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CAPO XVI. 315

dei Messapi1, Peucezi e Dauni2, i quali, come rettori di popol franco, non potevano essere che i suoi primarj magistrati: e tal era quell’Arta, splendido e liberal principe dei Messapi3, che diede soccorso agli Ateniesi nella loro malagurata spedizione per la Sicilia. Non diversamente dai Sallentini si può presumere che fossero politicamente ordinati gli altri popoli dell’Iapigia4, come altrettanti stati uniti per legamento di concordia; ma però talmente liberi, che ciascuno di loro poteva usare a suo grado il dritto di pace e di guerra. Per la qual cosa adoperandosi gli scaltri Tarantini a disunire i barbari, che sì tanto temevano, riuscirono anche a far collegare insieme Dauni e Peucezi contro a’ Messapi.

Non abbiamo è vero tradizione, nè traccia alcuna del passaggio di colonie sabelle in questa parte orientale del meriggio italico, come nell’altro lato. Ma non può in modo alcuno dubitarsi che anche quivi la gente osca non formasse il pieno della popolazione. La nota indelebile di barbari che Dauni, Peucezi e Messapi, riceverono in ogni tempo dai Greci senza nulla discordanza5, ne dimostra bastantemente ch’e-

  1. Thucyd., vii. 33.; Pausan. x. 13.
  2. Strabo vi. p. 194
  3. Polemon. et Dem. Phaler. ap. Athen. iii. 25. p. 108.
  4. Per una notizia di Plinio (iii. 11), benchè congiunta a circostanze favolose, i Pedicoli o Peucezi contavano parimente nella loro terra tredici comuni.
  5. Polyb. x. 1.; Dionys. vii. 3. 4.; Pausan. x. 10. 10.; Diodor.