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CAPO XVI. 313

Sannio; Ascoli o Asclu, avente lo stesso titolo che quel del Piceno1; Canosa alla destra del fiume Ofanto; Venosa, che per la sua situazione in sul confine non poteva ben dirsi se fosse appula o lucana2; e finalmente Gerunio, Erdonea, e alcune altre città non ignobili di pari nominazione osca, e tutte a un modo collocate nelle parti interne, si possono drittamente riconoscere per terre nostrali, venute per la bontà de’ luoghi in istato di città fiorenti.

La Peucezia, regione più ristretta, è di sua natura in parte piana sulla marina dell’Adriatico, e in maggior parte montuosa allato agl’Irpini e Lucani. I Pediculi erano un popolo dei Peucezi3, se pure sotto cotesto nome, di forma italica, non s’asconde la primitiva appellazione degl’incoli. L’alta Acerenza4, Ferento5 o Banzia, comunità di popoli parlanti lingua osca, sedevano al pari nelle montagne: laddove Bari d’origine greca, e primaria città, guardava sopra il mare, come Egnazia, celebrata pel suo gran miracolo di piromanzia, di cui tanto si rideva Orazio6. L’ornamento maggiore dell’estrema penisola detta Messapia, ed anche Sallentina7, regione mirabilmente

  1. Vedi p. 205.
  2. Horat. ii. sat. i. 34.
  3. Strabo vi. p. 195.; Plin. iii. 11.
  4. Bene chiamata da Orazio: celsae nidum Acherontiae.
  5. Ferentium abbiamo pure negli Ernici. Vedi p. 228.
  6. i. sat. 5. 97-101. cf. Plin. ii. 107.
  7. Strabo vi. p. 194.