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CAPO IX. 205

mente variato da natura di colli ameni, di valli, e di bassi campi quanto il Piceno, regione abbondantissima, la quale stavasi compresa nel suo intero tra i monti e il mare Adriatico, per tutto lo spazio che dal fiume Esi corre lungo marina sino al Tronto; e di là, seguitando il lido, pel territorio inchiuso tra quel fiume ed il Matrino, dove stavano i Pretuzj. Ascoli, posta dentro terra al confluente del Tronto e del Castellano, ed ugualmente munita da natura ed arte, era capo della nazione picena, fra le cui principali città si vuol contare nominatamente Fermo, che avea suo navale, detto Castello, alla marina1. E sì per la fertilità, come per la comodità de’ luoghi, divenne all’ultimo il Piceno talmente pieno di popolo, che quantunque soggettato a Roma dopo grandi guasti nel 485, si mantenne pur sempre la contrada più numerosa dell’Italia media2.

Benchè il territorio dei Pretuzj si trovi geograficamente descritto nel Piceno, col quale confinava a mezzogiorno per mezzo del Tronto, tuttavia formavano essi da per se una società separata, libera e indipendente. Plinio distingue in questa regione tre distretti Pretuziano, Palmense, e Adriano, con Interamna, oggi Teramo, città principale posta nelle montagne3. La qualità del paese tutto alpestre, rotto da numero di

  1. Strabo v. p. 166.; Plin. iii. 13.
  2. Plin. iii. 13.
  3. Plin. iii. 13.