innanzi l’epoca troiana, incalzati di luogo in luogo dall’Italia centrale, e vi dimorarono, fino a tanto che non furono essi stessi scacciati nell’isola insieme coi Morgeti1. Così dunque Coni, Enotri, Siculi, Morgeti e Itali, furono a un modo abitatori dell’Enotria, come scriveva Antioco in forma compendiosa2. Scimno Chio, il quale seguiva principalmente i racconti d’Eforo, chiama gli Enotri un miscuglio di barbari3. E se vuolsi avere per vero che gl’Italioti, o sia li greci d’Italia, appellavano i loro schiavi pelasghi, non ne conseguita che eglino fossero le generazioni stesse degli Enotri ridotti in istato servile4, ma tutt’al più cotesto soprannome di pelasghi poteva essere uno speciale distintivo usato dagl’Italioti medesimi, gente boriosa5, per nota de’ suoi propri servi; in quella guisa che i Lacedemoni chiamavano i loro schiavi iloti, i Macedoni penesti, gli Argivi ginnesii, i Sicioni corinefori, i Chii teraponti, ed altri altramente, secondo che riferisce l’abbreviatore di Stefano6. La particolare nominazione di Conia era propria d’un distretto sopra la baia di Taranto, presso al luogo dove fu edificata Sibari7: di qui s’avanzava oltre in terra
- ↑ Vedi p. 70.
- ↑ Ap. Strab. vi. 176. et Dionys. i. 12.
- ↑ Scymn. v. 199.
- ↑ Niebhur, T. i. p. 28.
- ↑ Hesych. et Suid. v. Ἰταλιῶτες.
- ↑ Steph. Byz. v. Χίος.; Eusthat. ad Perieg. 535.
- ↑ Strabo xiv. p. 450.