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CAPO XIII. 255

Sanniti1. Le tradizioni di quella età superstiziosa narravano, che un toro salvatico, celeste guida, condusse i passi della gioventù guerriera là dove si posarono nelle terre degli Osci i primi popolatori di tutte queste regioni meridionali: e sì fatto mito nazionale era in effetto talmente sacro, ed accetto al popolo, che lo ritroviamo tal quale rappresentato per benaugurata impresa nelle medaglie sannitiche battute al tempo della guerra sociale2. Stabilitosi di tal forma lo stipite della nazione sannite, di cui la gente osca formava il pieno della popolazione3, non andò guari che cresciutavi in troppo numero ancor di quivi si mossero nuove colonie, giusta il costume de’ padri. Una di queste passò ad abitare le falde del Taburno ed i prossimi monti, che discendendo l’un dopo l’altro van per gradi sino alla Puglia piana: e per là entro quella montuosa regione vi compose la società degli Irpini, tolto il nome con voce sabina da quel del lupo, che tenean per auspice e conduttore della colonia4. Nell’istesso modo un’altra banda di giovani

  1. Strabo. v. p. 172-173; Varro l.l. vi. 3.; Festus, v. Samnites.; Plin. iii. 5. Samnitium, quos Sabellos, et Graeci Saunitas dixere. Non occorre dire che l’etimologia greca da σάννια è una puerile sottigliezza di grammatici.
  2. Vedi i monum. dell’Italia ec. tav. lviii. 7. 10.
  3. Osci Samnites Italiae. Vibius Seq.; Hi sunt autem qui olim Ausones (vel Opicos) dicebantur. Philarg. ad Virgil. Georg. ii. 167
  4. Strabo v. p. 173.; Fest. v. Irpinos.; Serv. xi. 173. Il lupo s’avea per animale sacro a Mamers o Marte, ugualmente che il pico. Vedi sopra p. 204.