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232 CAPO XI.

piano: mentrechè i più potenti di loro tolsero per se i luoghi montuosi e forti, dove nacque e venne su la nazione intitolatasi dei Volsci. Per questi monti dimoravano essi allora quando gli Etruschi nella pienezza della fortuna invasero le piagge marine, e di qui s’avanzarono oltre il fiume Liri nella Campania: ma non s’arrischiaron però di combattere il forte della nazione: costeggiarono al contrario i monti Volsci; oppugnarono e soggettarono i soli Aborigeni pianigiani, che dovean essere la più debole tribù, se non anche soggetti eglino stessi a’ Volsci della montagna, i quali recuperarono dipoi sopra gli Etruschi conquistatori il basso paese, che avean lungo tempo tenuto con imperio[1]. Come prima i Volsci vengono in iscena già si veggono prendere l’attitudine ferma d’una delle più forti nazioni dell’Italia, destinata dalla sorte, dice Livio, ad esercitare quasi in eterno la prodezza di Roma[2]. Ed in qualunque età furono essi ugualmente vicini intolleranti pe’ suoi conterminali Marsi e Sanniti a cagione di confini. La perpetua unione de’ Volsci con gli Equi, nelle interminabili loro guerre contro Roma, è inoltre un fortissimo indizio dell'affinità o parentela della gente: certo la lingua stessa dei Volsci non era di sua natura altro che un dialetto dell’osca[3]. Titolo osco portava nell’ufficio il su-

  1. Vedi p. 116.
  2. Volscos velut sorte quaedam prope in aeternum exercendo Romano militi datos. vi. 21.
  3. Osce et Volsce fabulantur. Titinn. ap. Fest. s. v.