loro senza rispetto i Greci. Ma la pirateria, lungi dal recare infamia, era impresa di gente d’alto cuore; e fu anche l’origine della nautica pe’ Greci stessi1, e della potenza insieme per i Fenici e Cartaginesi2. Poichè il mare apre ad ogni popolo animoso un vasto campo d’azione, e insolite vie d’ingrandimento, dirizzando potentemente gli animi ad opre fortunose. Nè altresì vuol tacersi che mediante il frequente corseggiare fece al suo tempo grandi progressi la nuova nata navigazione europea. – Così gli Etruschi padroni della riviera marittima dal Tevere insino a Luni, computata da Strabone di 2500 stadi3; possessori delle due Adrie in sul mare di sopra, e signori di buona parte dei lidi della Campania; erano con fortissimi stimoli incitati a darsi virilmente alle arti marinaresche, nelle quali infatti divennero sì valenti da poter all’ultimo non tanto contrastare ai Cartaginesi e Siracusani il dominio del Mediterraneo occidentale con forza di marineria, ma di tentare anche più ardue navigazioni per l’Atlantico4. Fossero pur dessi, come si vuole, molto infesti ai meno audaci
- ↑ Thucyd. i. p. 4
- ↑ Idem p. 5.; Festus v. Tyria maria.; Justin. xliii. 3. Latrocinia maris, quod illis temporibus gloriæ habebatur.
- ↑ Strabo v. p. 153: o sia miglia 250, valutando lo stadio di Strabone, secondo d’Anville, a ragione di 10 miglia per ogni miglio antico romano.
- ↑ Diodor. v. 13. 40. Τυῤῥηνοι θαλαττοκρατοῦντες. Vedi appresso cap. xix.