Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/184

124 CAPO VII.

loro senza rispetto i Greci. Ma la pirateria, lungi dal recare infamia, era impresa di gente d’alto cuore; e fu anche l’origine della nautica pe’ Greci stessi1, e della potenza insieme per i Fenici e Cartaginesi2. Poichè il mare apre ad ogni popolo animoso un vasto campo d’azione, e insolite vie d’ingrandimento, dirizzando potentemente gli animi ad opre fortunose. Nè altresì vuol tacersi che mediante il frequente corseggiare fece al suo tempo grandi progressi la nuova nata navigazione europea. – Così gli Etruschi padroni della riviera marittima dal Tevere insino a Luni, computata da Strabone di 2500 stadi3; possessori delle due Adrie in sul mare di sopra, e signori di buona parte dei lidi della Campania; erano con fortissimi stimoli incitati a darsi virilmente alle arti marinaresche, nelle quali infatti divennero sì valenti da poter all’ultimo non tanto contrastare ai Cartaginesi e Siracusani il dominio del Mediterraneo occidentale con forza di marineria, ma di tentare anche più ardue navigazioni per l’Atlantico4. Fossero pur dessi, come si vuole, molto infesti ai meno audaci

  1. Thucyd. i. p. 4
  2. Idem p. 5.; Festus v. Tyria maria.; Justin. xliii. 3. Latrocinia maris, quod illis temporibus gloriæ habebatur.
  3. Strabo v. p. 153: o sia miglia 250, valutando lo stadio di Strabone, secondo d’Anville, a ragione di 10 miglia per ogni miglio antico romano.
  4. Diodor. v. 13. 40. Τυῤῥηνοι θαλαττοκρατοῦντες. Vedi appresso cap. xix.