esser tenuto a crederle totalmente1, scrive che vennero qua di Lidia condotti da Tirreno figliuolo di Ati, ma il suo schietto racconto si trova accoppiato a circostanze talmente favolose ed incredibili, che questo solo basterebbe a giudicarlo una novella2. Al contrario Ellanico, contemporaneo di Erodoto, darà ad intendere che i Tirreni fossero quei medesimi Pelasghi Tessali, che approdarono a Spina in sull’Adriatico, penetrarono nell’interno dell’Etruria, e vi dimorarono un tempo, prima che di nuovo errassero sotto il cognome di Pelasghi-Tirreni nell’Attica, e di là in Lenno ed Imbro, siccome narrava Mirsilio Lesbio3. Per un’altra storia di tradizione riferita da Plutarco4, si dicevano quei Pelasghi transitati dalla Tessaglia nella Lidia; di là nella Tirennia; e di nuovo in Atene e in Lenno: racconto che tendeva manifestamente a conciliare le due opposte sentenze d’Erodoto e d’Ellanico, senza aver per questo maggior fondamento di vero. E qui massimamente Dionisio, scioltosi dai lacci del suo proprio sistema, fa prova di sano criterio, dimostrando l’insussistenza e la fallacia insieme d’ambo quelle opinioni. Perciocchè non solo le istorie lidie di Xanto, autorevole scrittore, non facevan nessuna menzione di Tirreno, nè d’una colonia di Meoni passata
- ↑ Ἐγὼ δὲ ὀφείλω λέγειν τὰ λεγόμενα, πείθεσθαί γε μὲν οὐ παντάπασι ὀφείλω, καί μοι τοῦτο τὸ ἔπος ἐχέτω ἐς πάντα λόγον
- ↑ Herodot. I. 94.
- ↑ Vedi sopra p. 86.
- ↑ Romul. II.