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56 | la dama della regina |
mio sentimento non doveva essere il solito amore, l’amore comune... bensì qualcosa di più elevato, di più complesso: fu ad ogni modo il mio solo amore e voglio che resti il solo.
Ella pronunciò queste parole a voce bassa ma con accento risoluto, quasi di sfida, senza guardare Aurelio, guardando dentro di sè, come se parlasse a se stessa.
Il conte non osò replicare.
Bianca si avvicinò allo scaffale che conteneva le opere dei poeti italiani e si mise a leggerne lentamente i titoli e i nomi degli autori. D’un tratto le sfuggì un piccolo grido di gioia quasi infantile:
.... — Ah! Metastasio!.... Il poeta caro alla mia Regina.... l’amico di sua madre.... Voglio leggerlo per il primo... se permettete...
Aurelio si affrettò a togliere dallo scaffale alcuni degli eleganti volumetti contenenti i numerosi melodrammi e le liriche del celebre abate.
La dama appariva profondamente com mossa: prendeva in mano un volumetto, ne sfogliava le pagine con mano tremante, le guardava senza fermarsi a leggere: poi senza abbandonare il primo, ne prendeva un altro, poi un altro ancora, come se avesse voluto leggerli tutti d’un fiato, o piuttosto come se da quelle pagine uscis-