Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/335

   310 annotazioni

nata a’ tempi della guerra Sociale. Taluno vorrebbe farla corrispondere a Santagata, ma senza storica dimostrazione che persuada.


CAPO SECONDO. §. IV. Reggio non fu mai dominata da’ Bruttii. ― A’ tempi di Annibaie i Bruttii, ch’erano suoi alleati, avevano già conquistati molti paesi greci di quella regione, che or chiude gran parte della Calabria citeriore ed ulteriore seconda. Reggio, e la più parte del suo territorio non venne mai sotto il loro dominio, quantunque dalla parte di mezzodì si fossero estesi sino al promontorio che dissero Bruttio, e che oggi chiamiamo Punta di Pèllaro. Il perchè si scorge quanto sieno inesatti quegli scrittori che comprendono Reggio nella Brettia sin da’ tempi più remoti, ma ciò non può farci meraviglia quando veggiamo anche al dì d’oggi alcuni storici (ed italiani ancora!) chiamare Reggio città dell’Abruzzo, confondendo con madornale abbaglio il nome di Bruttium con quello di Aprutium! E tra questi scrittori sono il Balbo ed il Cantù.

Dopo la seconda guerra punica una parte della regione de’ Bruttii fu costituita a provincia sotto il governo di un Pretore: e nell’anno di Roma 552 troviamo Quinto Minuzio Pretore de’ Bruttii. Reggio allora continuava tuttavia città federata, e tale era anche prima quando i Bruttii duravano federati a’ Romani. A convalidare ciò che io dico calza a meraviglia la testimonianza di Strabone, confermata da’ nostri marmi, quando dice che Reggio, Napoli e Taranto conservavano tuttavia a’ suoi tempi le loro istituzioni e costumanze greche, mentre tutte le altre città, già cadute in mano de’ Lucani e de’ Bruttii, erano divenute barbare. Ed ognuno sa che Strabone visse dopo Augusto, e scrisse i suoi libri sotto Tiberio. Questo passo del greco scrittore persuase al Mazzocchi di credere che anche dopo la guerra sociale Reggio avesse continuato a conservare la sua autonomia, ed a batter moneta; il che non mi pare esatto.

Alla testimonianza di Strabone fanno appoggio quelle di Polibio e di Tito Livio, dove evidentemente i Reggini sono distinti da’ Bruttii. Dice il primo, trattando di Annibale: «Facendo via per la Daunia ed i Bruttii entrò repentino nella regione de’ Reggini». E Tito Livio, parlando della guerra macedonica terminata nell’anno di Roma 555: «Jussus est a Cajo Lucretio Praetore Lucretius frater, ab sociis ex foedere acceptis ad Cephaleniam classi occurrere; ab Rheginis triremi una, ab Locris duabus, a Bruttiis quatuor.

Quando poi sotto Costantino imperatore la diocesi d’Italia fu divisa in diciassette provincie, una fu formata della Lucania e dei Bruttii, ed a questa fu annesso il territorio e città di Reggio. E questa città allora divenne metropoli de’ Bruttii provincia romana in luogo di Cosenza ch’era stata la potente metropoli de’ Bruttii nazione. E da questo tempo, e non prima, Reggio appare compresa ne’ Bruttii.


§. V. Prime Colonie Romane ne’ Bruttii. — Non prima dell’anno di Roma 557 s’inviarono talune colonie romane, a proposta di Elio Tuberone Tribuno della plebe, nella regione dei Bruttii, sotto l’autorità triennale di un magistrato triumvirale. «Tempsam item et Crotonem (dice Tito Livio) civium Romanornm coloniae deductae. Tempsanus ager a Bruttiis captus erat, et Bruttii Graecos expulerant.» E Vellio (Coloniarum Catalogus): Post multos annos quam Galli urbem caeperunt, Scyllacem, Roto-