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precetti, “attraverso varie tentazioni, quasi in mezzo alla notte di questo secolo„, ottiene, che cosa? Invece “della desiderata e sperata dilettazione della dottrina„, ottiene “la tolleranza della fatica„: Lia la faticante, invece di Rachele la veggente. Eppure ci si adatta, se il suo amore è perseverante, per giungere all’altra, “ricevuti altri sette precetti: come se gli si dicesse: Servi altri sette anni per Rachele. E tali precetti sono che egli sia povero in ispirito, mite, piangente, famelico e sitibondo di giustizia, misericorde, mundicorde, pacifico„.1 A questo punto nessuno, credo, dubiterà più. L’argomento della Comedia è la rinunzia alla vita attiva, a Lia, e l’adozione della vita contemplativa, di Rachele. Abbiamo osservato che, nella Comedia, la vita contemplativa contiene l’attiva; che, cioè, l’attiva dispone alla contemplativa; che non ha Rachele chi non prende Lia. E abbiamo veduto che ciò esprime Dante facendo che Lia, quand’esso è nella vita attiva convenevolmente esercitato e purificato, non ha più deboli gli occhi; chè ella si specchia e Matelda raggia. E abbiamo veduto che in ognun dei sette gradi del purgatorio suona una delle sette beatitudini, annoverate e disposte in un suo modo dal Poeta: in modo che, sdoppiando la fame e la sete, restino pur sette, in modo che ultima rimanga quella che è penultima, cioè la mondizia del cuore, perchè, questa, interpretata come purità dell’occhio interno, dispone immediatamente alla sapienza e alla visione. In vero Beatrice è di là con occhi di Rachele, dove si prepara una visione mi-

  1. L’ordine è il novero delle beatitudini è in Dante diverso. Vedi a pag. 382.