Pagina:Sotto il velame.djvu/283


le rovine e il gran veglio 261

pur contro Dio, col massimo dei peccati, che è quello che a Dio direttamente si oppone? col peccato di Lucifero? Peccato contro Dio: dice Virgilio; ma bada, discepol mio: col core! Non è quello pessimo, sebbene, per quest’essere contro Dio, assomigli. Ma non è. E tuttavia Virgilio poi a Capaneo rimprovera appunto quello, di peccati: la superbia. E Dante la superbia ravvisa in quel ladro, che cerca di darsi per un Capaneo anch’esso.1 Come? come? Mi basti qui osservare che a capo della disposizione di violenza è quella cupidigia che è anche ira: passioni: la qual cupidigia è in cima come la superbia in fondo2; e che, in questo senso, come nè cupidigia, così non superbia è peccato speciale; ma principio di peccato, ma peccato generale. Dunque la superbia reale di Capaneo e apparente di Vanni Fucci, è quel non volersi sottomettere a Dio,3 che si trova certo nel peccato di Lucifero, ma non è quel peccato e tutto quel peccato. Se io dicessi che codesta superbia di Capaneo si chiama aversio? che è precipua in tutti i peccati di malizia? che è l’altro aspetto, il rovescio, della cupidità, alla quale perciò equivale; come una moneta è la stessa, tanto se è veduta dalla lettera, quanto se dalla testa? e che questo nome di superbia è data all'aversio o alla cupidigia o all’ira

  1. Inf. XIV 64, XXV 14.
  2. Vedi a pag. 160.
  3. Vedi per es. Summa 1a 2ae 84, 1: donde si raccoglie che superbia si dice in tre modi; peccato speciale, cioè amore inordinato della propria eccellenza; peccato generale, cioè attuale disprezzo di Dio in quanto uno non si sommette al suo precetto; inclinazione a questo disprezzo per la umana colpa. E il dottore osserva che la superbia è inizio d’ogni peccato, in quanto è peccato non solo generale, ma speciale.