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sensi. Il secondo sottomette il cavallo cattivo al buono: e il buono sottomette allo Auriga: cioè alla Mente: il terzo dirizza l’Auriga al capo suo, cioè a la unità, la quale è la cima della Mente; l’ultimo volge il capo dello Auriga inverso il capo dello universo, ove l’Auriga è beato. E quivi a la mangiatoia, cioè a la divina bellezza ferma i cavalli, cioè accomoda tutte le parti della Anima a sè suggette: e pone loro innanzi ambrosia da mangiare e da bere il nettare, cioè porge loro la visione della Bellezza divina, e mediante la visione il gaudio. Queste sono le opere de’ quattro furori: de’ quali generalmente Platone nel Fedro disputa: e propriamente del poetico furore nel Dialogo chiamato Ione: e del furore amatorio nel Convito. Orfeo da tutti questi furori fu occupato: di che li suoi libri testimonianza fanno. Ma dal furore amatorio, spezialmente sopra gli altri furono rapiti Saffo, Anacreonte e Socrate.


Capitolo XV

Di tutti i furori divini lo amore è il più nobile


Di tutti questi furori il potentissimo e prestantissimo è lo Amore: potentissimo, dico, perchè tutti gli altri necessariamente hanno di lui bisogno. Perchè non possiamo conseguitare Poesia, Misterii, Divinazione senza diligente studio, ardente pietà e continuo culto di Dio. Ma studio, pietà e culto non è altro che Amore: adunque tutti i furori stanno per la potenzia di Amore. È ancora lo Amore prestantissimo, perchè a questo, come a fine gli altri tre furori si riferiscono: e questo prossimamente con Dio ci copula. Ma son quattro affetti adulterati i quali contraffanno questi quattro furori; il furore poetico è contraffatto da questa musica vulgare, la quale solamente gli orecchi lusinga. Il furore misteriale cioè de’ sacrifizi, è contraffatto dalla vana superstizione della plebe. Il furore profetico, dalla fallace coniettura della arte umana. Quello dello Amore dallo impeto della