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358 Sonetti italiani

posseduta allora dalla Casa di Savoia, e già affidata dalla figliuola di Vittorio Amedeo III, Duchessa dello Sciablese, al Biondi, che vi faceva far degli scavi, ecc. Cfr. il sonetto: La Rufinella, 22 genn. 35.] Attualmente rappresenta VEutichio della Castagna nella Casa disabitata di Giovanni Giraud, e il Marcane nella Conversazione al buio del medesimo autore; ed è a vedersi come vestito da pizzicagnolo agiti in aria graziosamente le provature.      2 [Nato a Eoma nel settembre del 177G, morto nel settembre del 1839, fu prima aiutante di studio di monsignor Alessandro Tassoni, uditore di Rota; poi, sotto Napoleone I, giudice d'appello nella Corte imperiale; quindi curatore del patrimonio che aveva in Roma la Duchessa dello Sciablese. Fu nominato cavaliere da Vittorio Emanuele I, conte da Carlo Felice, marchese da Leone XII, commendatore da Carlo Alberto, patrizio dal Senato Eomano, membro del Collegio filologico dell'Università di Roma e consigliere della Commissione consultiva di antichità e belle arti da Gregorio XVI, ecc.]      3 [Il Biondi morì il 3 settembre 1839, e il giorno 5 dello stesso mese il Belli scriveva da Perugia al Ferretti in Roma: “La notizia della gravissima infermità (e forse peggio) del marchese Biondi ha recato gran dispiacere a quanti l' ho data, o lo conoscessero personalmente o di sola fama, perchè già di fama lo conoscono tutti quelli che leggono libri. Fra i santi-petti di Roma„ (V. il sonetto: La Compaggnia ecc., 23 apr. 34), “niuno, credo, lo poteva uguagliare. Le lettere fanno certamente in lui somma perdita. Ed ecco, pover' uomo, svaniti e comodi e onori. Sic transit gloria mundi. Rimane però chiara la sua memoria ne' suoi scritti e onorata almeno in gran parte di essi.„]