La compaggnia de Santi-Petti
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LA COMPAGGNIA DE SANTI-PETTI.1
Mattia! chi bbestie sciai2 nell’Osteria
Che sse senteno3 urlà ccome li cani? —
Sciò4 l’Arcàdichi5 e Argòlighi6 romani,
Che un po’ ppiaggneno e un po’ ffanno alegria. —7
E cche vvò ddì Arzigoghili, Mattia? —
Vò ddì: ggente che ssa; bboni cristiani,
Che ssull’arco dell’Arco-de-Pantani8
Te sce pònno stampà una libbraria. —
Ma cqui cche cce sta a ffà ttutta sta soma
De Cacàrdichi o dd’antro9 che jje dichi? —
Fa una maggnata perch’è nnata Roma.10 —
Ahà,11 ho ccapito: so’ li Santi-petti,
Che ttra llòro se gratteno,12 e l’antichi
Li suffragheno a ffuria de fiaschetti.13
23 aprile 1834
Note
- ↑ [Quella, cioè, composta del Betti, del Biondi, dell'Amati, del Cecilia, del Perticari e d'altri caporioni tra gli Arcadi e nel Giornale Arcadico. Il Belli, cuculiandoli, li chiamava cosi, perchè pare che una volta lo stesso Betti, togliendo la frase dal primo del Purgatorio dove è chiamato santo petto Catone, l'applicasse modestamente a sè e a' suoi amici.]
- ↑ Ci hai.
- ↑ Si sentono.
- ↑ Ci ho.
- ↑ Gli Arcàdici.
- ↑ Archeologi.
- ↑ Che ora piangono, ed ora, ecc.
- ↑ [L'arco che si apre in quel maraviglioso muraglione che probabilmente formava il recinto del Foro d'Augusto. È detto dei Pantani, a cagione delle pozzanghere che v'erano intorno, prima che Paolo V ne rialzasse il livello.]
- ↑ O d’altro.
- ↑ Pranzo di Arcadi ed Archeologi per l’anniversario del Natale di Roma. [Il pranzo (su cui il Belli scrisse anche un altro sonetto, 25 apr. 31) fu ideato da Luigi Biondi, Presidente della Pontificia Accademia di Archeologia, il quale, per antipasto, vi lesse un erudito discorso, scritto a dettatura di quel sommo amore ch’ei nudriva per Roma sua patria, e pieno perciò di lodi per la grandezza di lei, per i banchetti commemorativi, per tutti i presenti, cioè per il più bel fiore di Roma, di cui quasi una metà erano cardinali o monsignori, e finalmente per l’ottimo principe Gregorio XVI, che vi assistette con la sua venerata immagine, ossia col busto modellato dal Tadolini. Ecco per- chè il Belli li chiama boni cristiani. V. Il Natale di Roma, ce- lebrato ecc. (Roma, 1834), dove è il Discorso del Biondi, che fu dato alle stampe a spese dell’Accademia, su proposta del cardinal Zurla. L’Arcadia, propriamente, non prese parte al banchetto, ma gli Archeologi erano la maggior parte, o forse tutti, anche Arcadi.&rbrack:
- ↑ Ahà, vale: "si si, bene bene.„
- ↑ Si grattano. [Vale a dire: Asinus asinum fricat.]
- ↑ Agli indizi dati dall’oste al nostro romanesco pare aver lui associata la notizia che doveva avere di un sonetto del di lui padrone sulla morte di Geronimo nostro, uno della Compagnia de’ Santi-petti, avvenuta nel giorno quindici di aprile 1834, cioè pochi di prima del banchetto genetliaco, del quale si parla. Il sonetto necrologico è il seguente, che noi qui diamo in forma d’illustrazione, con appresso l’aggiunta di alcuni schiarimenti. [S'intende già, che il sonetto è del Belli. Geronimo nostro poi è l'abate Girolamo Amati, grecista e archeologo, morto realmente il 15 aprile 1834, e di cui il Diario di Roma del giorno successivo lodava soprattutto "la costante fede al governo della Santa Sede.„ - A illustrare il settimo e l'ottavo verso, ecco due passi molto opportuni: "Bacia per me nel mezzo l'omerica fronte del mio santissimo Amati.„ Lett. del Perticari al Betti, 29 agosto 1821. ".... quello spirito qualche volta sdegnoso, ma sempre innocente dell'erudi- tissimo Amati.„ Biondi, Disc. cit., pag. 15.]
IN MORTE DI GERONIMO NOSTRO.
O Santi-petti, o primi arcadi eroi,
D’ogni savere e gentilezza ostello,
In cui lodiam quanto di raro e bello
Formar seppe Natura e prima e poi:
Spenta è la luce che mostrava a noi
Carità benedetta di fratello
Sulla omerica fronte, ove il suggello
Fu di spregio d’ognun fuorchè di voi.
Levate alto gli omei, le genitali
Blandizie vostre, e i modi lusinghieri
Onde fra voi vi divolgate uguali.
E come già rendeste allo Alighieri,
Date suffragio a lui di Parentali
Fra il pianto, i rosolacci ed i bicchieri.