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258 Sonetti del 1834

LI DANNATI.

     Fijji, a ccasa der diavolo se1 vede,
Tutt’in un mucchio, facce, culi e ppanze,
E ggnisuno llaggiù ppò stacce a sséde2
Co’ le duvute3 e ddebbite distanze.

     Figurateve mo ccosa succede
Fra cquelle ggente llà ssenza creanze!
Carci,4 spinte, cazzotti: e ss’ha da crede5
Scànnoli6 d’oggni sorte e ggravidanze.

     Sì, ggravidanze: e cchi ppò ddì er contrario?
Quanno se sa cch’ar giorno der giudizzio
Ce s’annerà cco’ ttutto er nescessario?

     Ommini e ddonne! oh ddio che ppriscipizzio!
Come a l’inferno er Cardinal Vicario
Troverà mmodo da levàjje7 er vizzio?8

29 aprile 1834.

  1. Si.
  2. Starci a sedere.
  3. Dovute.
  4. Calci.
  5. Da credere.
  6. Scandali.
  7. Levargli, levar loro.
  8. [Satira atroce, ma meritata, contro codeste attribuzioni del Cardinal Vicario, sulle quali si veda nel presente volume la nota 1 del sonetto: Er giudisce ecc., 26 genn. 32.]