Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/262

252 Sonetti del 1834


LO STRAPORTO DER BURRÒ.1

     Com’è? ddite davero, o ccojjonate?2
Séte annata3 de casa a li Leutari?!4
Nun tienete ppiù ll’antra5 a li Ssediari,
Che6 vve pagava la piggione er frate?!

     Nun abbitate più ccome st’istate7
In quelli stanziolini tanti cari,
Dove fascévio8 tanti bboni affari
A un testone9 pe’ vvisita e sscialate?10

     Prima credo però dd’èsseven’11 ita,
Da st’antra5 donna che cc’è entrata adesso
Ve siate fatta dà lla bbon’usscita.12

     Perchè, a ddì poco, ar meno un zei pe’ ccento
Voi ve lo meritate, sora Ghita,13
A ttitolo de posto e d’avviamento.

8 aprile 1834.

  1. Prima la voce burò non indicava altro a Roma, se non che un mobile da riporre panni, detto anche comò, canterano, un’arca insomma. [Cassettone a Firenze; canteramo e canterale in altre parti di Toscana. L’arca è altra cosa.] Ed abbiamo anzi due stradelline chiamate burò [de’ burrò], appunto per la bizzarra forma delle case fra le quali sono aperte, case foggiate a modo di armadi centinati per fare fronte e ornamento alla chiesa gesuitica di S. Ignazio. Dalla venuta poi de’ Francesi è restata la parola burò nel senso proprio di uficio, tale quale suona il loro bureau.
  2. Scherzate?
  3. Siete andata.
  4. I Liutari, contrada romana.
  5. 5,0 5,1 L’altra.
  6. Di cui.
  7. Estate.
  8. Facevate.
  9. Moneta di tre paoli. [Poco più di una lira e mezzo delle nostre.]
  10. [Frase tolta dai gridi de’ venditori; per esempio: Venti a ppaolo li carciofi, e scialate!]
  11. Esservene.
  12. Dare il buon uscito, o il ben uscito: pagare un inquilino perché ceda il fondo del suo affitto. [Buon’uscita o bonuscita anche a Firenze. Ma manca persino al Giorgini-Broglio e al Rigutini-Fanfani. V. la nota 7 del sonetto: L’età ecc., 14 mar. 34; e, in questo volume, la nota 4 del sonetto: Lo scórtico ecc., 20 lug. 45.]
  13. Signora Margherita.