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108 | Sonetti del 1831 |
locò nel suo Museo Vaticano, donde ai 24 di giugno del 1796 furono levate dai repubblicani francesi e trasportate in Francia insieme agli altri nostri tesori artistici. Dopo il 1815 il Museo Vaticano ne ricuperò una, restando l’altra al Museo Reale di Parigi. — Della principale sedia stercoraria di marmo bianco s’ignora il fine, e probabilmente fu distrutta.„ Costantino Maes, Curiosità Romane; parte prima; Roma, 1885, pag. 64-67.]
LA REVERENNA CAMMERA APOPRETICA.1
Sta Cammera de Cristo è una p......:
Bbeati quelli che la pònno fó...,
E ddàjje2 che sse sentino3 le bbòtte
Sino ar paese de la tramontana.
Da pertutto qui sbarcheno marmotte,
Che nun zo’4 ussciti ancora da dogana
Che ssubito, aló,5 cchìrica6 e ssottana
Eppoi tàjjele7 ggiù che sso’ rricotte!8
A Rroma, abbasta de sapé er canale
E trovà er bùscio9 pe’ fficcà un zampetto,
A cquaresima puro10 è ccarnovale.
Ma er padre de famijja poveretto
Nassce pe’ tterra, more a lo spedale,
E si11 ffiata, sciabbùsca12 er cavalletto!13
27 novembre 1831.
- ↑ R. C. A. (Reverenda Camera Apostolica). [Il Ministero delle Finanze pontificie, con tribunale proprio, civile e criminale, ecc. Le iniziali R. C. A. venivano comunemente interpetrate: Rubate, Canaglia, Allegramente.]
- ↑ Darle dentro. [in modo tale ecc.]
- ↑ Si sentano.
- ↑ Non sono.
- ↑ Allons.
- ↑ Chierica.
- ↑ Tagliate.
- ↑ Eppoi al comando su tutti e su tutto.
- ↑ Il buco.
- ↑ Pure.
- ↑ Se.
- ↑ Ci busca.
- ↑ [Supplizio di nerbate o frustate sul deretano, che si dava come la corda, per colpe anche lievi. — Come fosse dato per l’ultima volta in Roma nel 1855 ho già raccontato nella nota 6 del sonetto: La Ggiustizzia ecc., 7 febb. 32. Qui aggiungerò che, quattr’anni prima, a Perugia era stato dato a una donna, e per una colpa di carattere politico! Eccone la testimonianza nel Giornale di Roma del 13 giugno 1851; ma per capire come c’entrasse la politica, bisogna sapere che per fare una dimostrazione contro il Governo papale i liberali si erano allora proposti di non fumar più: “Perugia, 10 Giugno. Maria Biagi, di Città di Castello, convinta dalle deposizioni giurate di testimoni risultanti da regolare incarto compilato, d’aver insultato in detta Città di Castello alcuni che tranquillamente fumavano i zigari; e (sic) per tali dimostrazioni è stata condannata a 20 colpi di frusta, giusta la vigente legge contro tali disturbatori dell’ordine pubblico, la quale pena fu eseguita il 9 corrente in Perugia.„ Dove era già arcivescovo l’attuale Pontefice, che, testimonio di questa e di ben altre atrocità del Governo papale, nella sua lettera del 15 giugno 1887 al cardinal Rampolla ha avuto anche il coraggio di chiamarlo Governo mite!]