La ggiustizia è cceca
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Er barbiere | Chi nnun vede, nun crede | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
LA GGIUSTIZIA È CCECA.
Perch’er Papa, a sti bbirbi,1 in de la gola
Nun j’intorcina un bravo collarino,2
C’è cchi ddisce ch’ha un core de purcino
E cchi pprotenne che llui fa cciriola.3
Ma llì a ppiazza de Sciarra, in cuella scola
Dove s’impara a llegge er bullettino,4
Su sto proposito oggi a un abbatino
J’ho inteso compità ’na gran parola;
Ciovè ch’er Papa, essennose informato
Ch’er cardinal Arbani5 ha ffatto e ha ddetto,
Te l’ha mmannato a Ppesero legato.
Trattannose accusì co’ le Minenze,
C’è da sperà che armanco un cavalletto6
Ce vienghi a cconzolà st’antre schifenze.7
7 febbraio 1832.
Note
- ↑ I liberali.
- ↑ [Non li fa impiccare. — Intorcinà: attorcere, avvolgere.]
- ↑ Far ciriola è “quel tenere occulto dalla parte del giuocator contrario in fraude del compagno.„ [Ciriola: piccola anguilla.]
- ↑ Gabinetto de’ giornali.
- ↑ Albani fu inviato Legato a Pesaro (per poi passare nella medesima qualità a Bologna, ecc.) nel... [giugno del] 1831.
- ↑ [Supplizio di nerbate sul deretano, che si dava, come la corda, per colpe anche lievi. L’ultima volta fu dato nel 1855, con grande solennità, sopra un alto palco costruito accanto all’obelisco di Piazza del Popolo, a un capo di borsaioli, i quali, pochi giorni prima e sulla stessa piazza, durante l’estrazione d’una tombola, avevano destato un gran tumulto, cagione di molti ferimenti e di morti. Chi scrive, era allora un monello, e fu testimonio del delitto e della punizione. Un applauso unanime e fragoroso, del popolo che gremiva la piazza, accolse l’ultima delle venticinque o ventisei nerbate. Ci pensino coloro, che propugnano insieme il suffragio universale e la mitezza delle pene!]
- ↑ Feccia d’uomini: i liberali.