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22 Sonetti del 1836

di gran bevitore.]      5 [Cioè: “nel debole.„ E comicissimo è lo sci (ci) usato invece del romanesco ce, per affettare il linguaggio civile del Papa. — Su questo argomento della malattia del naso papale, si veda anche il sonetto: A pproposito, 20 genn. 37.]


CHI FA, ARISCÉVE.

1.

     De quanti bbelli fatti oggi ho ssentiti
Spiegà ssu la Scrittura,1 io ve ne posso
Cqua ssu ddu’ piedi ariccontà er più ggrosso,
Da favve arimané mmezz’intontiti.2

     Disce dunque ch’appena li Sdrelliti3
Terminòrno er passaggio der Mar rosso,
Scappò ffòra un mijjon de Malessciti,4
Che ttutti assieme j’appiommòrno5 addosso.

     Iddio se la seggnò sta bbrutt’azzione,6
Perché allora l’Ebbrei j’ereno amichi
E aveveno la vera riliggione.

     Fatti dunque passà quattroscent’anni,
Disse a Ssaulle: “Va’, e de sti nimmichi
Nun ce restino ppiù mmanco li panni.„7

29 ottobre 1836.


  1. Nella Chiesa del Gesù.
  2. Attoniti.
  3. Gl’Israeliti.
  4. Di Amaleciti.
  5. Gli (loro) piombarono, ecc. “Venit autem Amalec, et pugnabat contra Israel in Raphidim.„ (Exod., cap. XVII).
  6. “Bellum Dei erit contra Amalec a generatione in generationem.„ (Ibid.).
  7. “Et dixit Samuel ad Saul: — Me misit Dominus, ut ungerem te in regem super populum eius Israel. Nunc ergo audi vocem Domini. Haec dicit Dominus exercituum: Recensui quaecumque fecit Amalec Israel, quomodo restitit ei in via cum ascenderet de Aegypto. Nunc ergo vade, et percute Amalec, et demolire universa eius: non parcas ei, et non concupiscas ex rebus ipsius aliquid; sed interfice a viro usque ad mulierem, et parvulum atque lactantem, bovem et ovem, camelum et asinum.„ — Questo passo bellissimo del libro I, cap. XV, dei Re, siccome prova della imperscrutabile giustizia di Dio, fa eccellente riscontro, alla solidarietà di Adamo con tutti i suoi discendenti.