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Sonetti del 1836 21


ER CEROTO DE PAPA GRIGORIO.

     O pp’er troppo tabbacco, oppuro a ccaso,
O ppe’ cquarche mmotivo ppiù ppeggiore,
Fatt’è ch’è un anno ch’a Nnostro Siggnore
Je s’è appollato1 un canchero in ner naso.2

     Lui sce teneva un cerotin de raso;
Ma mmo Ssu’ Maestà l’Imperatore
J’ha spidito da Vienna un professore,3
Che nun ne pare troppo apperzuaso.

     Sto scirusico novo, ch’è un todesco,
J’ha ddetto: “Padre Santo, pe’ sti mali
Ce vò aria, riposo e vvino fresco.„4

     Sentite ch’ebbe er Papa ste parole,
Rispose: “Bbravo, de tanti animali
Lei solo sci toccò ddove sci dole.„5

15 ottobre 1836.

  1. [Gli si è appollaiato.]
  2. [E ho già avvertito altrove, che Gregorio XVI aveva un naso molto grosso e adunco.]
  3. Questa voce corse per la città; ma in realtà il chirurgo che nascose per qualche tempo il male del naso pontificio fu un prussiano, famoso curatore di nasi, il quale trovavasi a Roma per suo diporto. Ebbe dal Papa, a cose fatte, una tabacchiera d’oro brillantata e piena di gregorine. [Monete d’oro coniate la prima volta sotto lo stesso Gregorio XVI, le più comuni delle quali valevano due scudi e mezzo. Ma ce n’era anche da cinque e da dieci.]
  4. Satira maligna e bugiarda di qualche irriverente dell’arte medica. Il professore non poteva fare la terza ordinazione come contraria alla salute, nè tutte tre insieme molto meno, stantechè Sua Santità aveva di già familiari quegli spedienti. [Al solito, il Belli scherza sulla fama, ben meritata del resto, che Gregorio XVI godeva di gran bevitore.]
  5. [Cioè: “nel debole.„ E comicissimo è lo sci (ci) usato invece del romanesco ce, per affettare il linguaggio civile del Papa. — Su questo argomento della malattia del naso papale, si veda anche il sonetto: A pproposito, 20 genn. 37.]