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Sonetti del 1835 | 277 |
ER FRUTTO DE LE GABBELLE GROSSE.
Capite voi?1 Pe’ ccressce2 la gabbella
Fanno cressce li fraudi e ’r contrabbanno.
Capite voi che ppo’3 de bbagattella,
Tre scudi a ccanna4 de laumento5 ar panno?
È un affare de venti in ventun anno,6
Ch’io so’ ccapo-facchino in doganella;7
E ’r fatto sta, ccapite voi?, che cquanno
Cressce un dazzio, oggni ggiorno una quarella.8
Dico pe’ cquello che sse9 scopre: eppoi
Sc’è ttutto quanto er resto che ddich’io,
Ch’è ccento vorte ppiù: capite voi?
Tre o cquattro piastre in faccia a un proposèo,10
E vve fanno passà mmagaraddio11
Tutti li panni de Ggiusepp’ebbreo.
6 settembre 1835.
- ↑ Semplicemente, “capite?„
- ↑ Per crescere: [col crescere].
- ↑ Poco. [Che po’ po’.]
- ↑ [Lo scudo equivaleva a L. 5,375 delle nostre; la canna, a metri 2,23 e una frazione.]
- ↑ D’aumento. [V. la nota 8 del sonetto: L’avaro (1), 13 sett. 35.]
- ↑ È dall’epoca di venti in ecc. [No: “È nientemeno che da venti in ecc.„]
- ↑ [Credo che si chiamasse così il piccolo uffizio doganale del porto di Ripetta sul Tevere, per distinguerlo dall’altro di Ripagrande, e dalla dogana di terra che era a Piazza di Pietra.]
- ↑ Una querela, una denunzia.
- ↑ Si.
- ↑ Proposé: soldato di dogana.
- ↑ Magari.