Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu/239


Sonetti del 1835 229

BBONE NOVE.1

     Io le nove le so dda fra Ssiconno,2
Er laico der padre Dejjantoni,3
Ch’oggni sera co’ ccerti chiacchieroni
Legge li fojji e mmette in paro er monno.

     Bbe’ ddunque, in Francia, er Re li framasoni
Nun ce lo vònno ppiù, nnun ce lo vònno;
E ss’ingeggneno a ffà cquello che ppònno,
Pe’ llevàsselo4 fòr de li c.......5

     Quelle so’ ttutte sette indemogratiche,
Disce er frate, che vvònno l’arcanìa;6
Ma llassa fà7 le potenze alleatiche.

     Adesso l’alleatichi tratanto
Vanno ar campo der càlisce8 in Turchia,
E ddoppo9 in Francia sentirai che spianto!10

[Giugno 1835.].

  1. [Questo sonetto è senza data; ma dall’esservi accennate come prossime le grandi manovre che nel luglio e agosto del 1835 si fecero dalle truppe russe e prussiane nel campo di Kalisch in Polonia, io argomento che fosse scritto nel giugno di quell’anno, quando cioè il Diario di Roma cominciò a preannunziare come cosa di somma importanza politica le dette manovre, e le conferenze che in tale occasione i sovrani alleati di Russia, Prussia e Austria tennero sugli affari d’Europa a Kalisch e a Toeplitz.]
  2. Fra Secondo.
  3. Il reggente del Convento di S. Agostino. [Il laico poi vuol dire: “il frate converso che gli serviva come da ordinanza.„]
  4. Per levarselo.
  5. [Infatti, poco dopo, cioè il 28 luglio 1835, seguì l’orribile attentato del Fieschi contro Luigi Filippo. V. il sonetto: La notizzia ecc., 14 agosto 35.]
  6. L’anarchia.
  7. Ma tu lascia fare.
  8. Così il volgo pronuncia calice. Qui fa equivoco con Kalisch, dove il Russo fece campo di esercizi militari. [V. la nota 1.]
  9. E dopo di ciò.
  10. Eversione, sperpero, spiantamento.