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Sonetti del 1835 219

le vie; qui, “uom lacero, pezzente.„      6 [Cfr. la nota 6 del sonetto: Er carnovale ecc., 10 febb. 33.] Nome appellativo degli indigeni del lago di Como, che vengono a Roma in succinte vesti, e dati a meschini traffichi stentano la vita onde ammassare un peculio da rinvestire nella patria in possedimenti stabili. Pel resto vedi la nota 3.      7 Leccascodelle: coloro che vanno a pascersi di minestre alle porterie de’ frati.      8 Scalzacane.      9 Salvadanaio. [V. la nota 2 del sonetto: Er mette da parte, 18 apr. 35.]      10 Dello averti.      11 Giuocavano fra loro per la lor quantità.      12 L’unione delle minute briciole [molliche] del pane che si frange.


L’ARICREAZZIONE.

     Detta ch’er Papa ha mmessa la matina,
E empite le santissime bbudelle,
Essce in giardino in buttasù1 e ppianelle,
A ppijjà ’na bboccata d’aria fina.

     Lì, llegato co’ ccerte catenelle,
Sce tiè2 un brutto uscellaccio de rapina,
E, ddrento a una ramata,3 una ventina
O ddu’ duzzine ar più de tortorelle.

     Che ffa er zant’omo! ficca drento un braccio,
Pijja ’na tortorella e la conzeggna
Ridenno tra le granfie4 a l’uscellaccio.

     Tutto lo spasso de Nostro Siggnore
È de vedé cquela bbestiaccia indeggna
Squarciajje er petto e rrosicajje er core.5

2 giugno 1835.

  1. Veste-da-camera.
  2. Ci tiene.
  3. [Ramata, propriamente, corrisponde al fiorentino “graticola;„ non però a “gratella„ da cucina, che i Romaneschi chiamano appunto graticola. Ma qui, per estensione, ramata vale “uccelliera.„]
  4. Artigli.
  5. [Cominciando dal titolo, mi pare il più terribile de’ tanti sonetti contro Papa Gregorio. E, come negli altri, così anche in questo il fondo deve essere storico.]