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Sonetti del 1834 213

LA SERVA DER CERUSICO

     Nun c’è er padrone: ha avuta una chiamata
Pe’ ccurre1 a ffà ar momento ’na sanguiggna,
A Ppasquino2 a ’na pover’ammalata,
C’ho intes’a ddì cche ssii frebbe3 maliggna.

     Eppoi pijja un straporto4 e vva a ’na viggna
For de ’na scerta5 porta ch’è sserrata,6
A ccurà ’na cratura co’ la tiggna,
Che da un mese nun l’ha ppiù vvisitata.

     A pproposito!... oggi entra carnovale!
Ebbè, vvoi lo trovate a or de7 Corza8
Drento da Scesanelli9 lo spezziale.

     Ché oggn’anno in quer frufrù10 dde la ripresa
Quarche ddisgrazzia ha d’accadé ppe’ fforza,
E ppe’ ggrazzia de ddio s’è ssempre intesa.11

22 marzo 1834

  1. Correre.
  2. Sulla Piazza di Pasquino.
  3. Febbre.
  4. Trasporto.
  5. Certa.
  6. Le porte disusate di Roma sono la Pinciana, la Fabbrica e la Castello, la prima sotto il Pincio, la seconda presso la Fabbrica di S. Pietro in Vaticano, e la terza accanto alle fosse del Castello, già Mausoleo di Adriano.
  7. A or de’: ad ora di, ecc.
  8. Corsa.
  9. Questo farmacista Cesanelli, notissimo per le sue prugne purgative (chiamate volgarmente le bbruggne de’ Scesanelli), ha il suo laboratorio al punto della ripresa de’ barberi.
  10. Frufrù: tumulto, confusione.
  11. Udita, vedi la nota 5 del Sonetto...