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Sonetti del 1833 | 125 |
memoria. Nulladimeno il buon cristiano è sempre quello che ha un biglietto da rendere. [Chi poi non lo rendeva nè bene nè male, vedeva il proprio nome pubblicato in una lista di scomunicati che si affiggeva ogni anno nella chiesa di San Bartolommeo all’Isola Tiberina. E nel 1834, il celebre incisore Pinelli, avendoci visto il nome suo con la erronea qualifica di miniatore, andò in sagrestia ad avvertire che si correggesse l’equivoco. Cfr. il sonetto: La morte ecc., 9 apr. 35.]
7 Col traffico. [Cfr. il sonetto Er sede, 1 dic. 32.] Azzicano: adescano, insidiano, uccellano. [Da àzzico: uccello che serve di richiamo.]
9 [Il babbo.]
10 È un nonsocchè.
11 Condiscono.
COSE ANTICHE.
Propio bbisogna dì cch’all’Angeletto,
Ar Moro, ar Gallo, e in quarch’antra ostaria
M’abbino bbattezzato1 pe’ ’na spia
Che ttiè oggni cosa ariservat’ in petto.
Che ccosa m’ho da intenne2 io si3 er Messia
È nnato prima o ddoppo de Maometto,
Oppuro de Mosè? Vvadino in Ghetto
A ffà ste sciarle: vadino in Turchia.
So’4 impicci da sbrojjà ddoppo tant’anni?
L’omo nun pò ssapé cche cquer ch’ha vvisto:
Ma eh? nun dico bbene, sor Giuvanni?
Prima o ddoppo, cchi vvòi che jje n’importi?
Bbasta, o Mmosè, o Mmaometto, o Ggesucristo,
Quello ch’è ccerto è cche sso’ ttutti morti.
30 novembre 1833.