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404 | Sonetti del 1833 |
PIAZZA NAVONA.1
Se2 pò ffregà3 Ppiazza-Navona mia
E dde San Pietro e dde Piazza-de-Spaggna.
Cuesta nun è una piazza, è una campaggna,
Un treàto,4 una fiera, un’allegria.
Va’ dda la Pulinara5 a la Corzìa,6
Curri da la Corzìa a la Cuccaggna:7
Pe’ ttutto trovi robba che sse maggna,
Pe’ ttutto ggente che la porta via.
Cqua cce so' ttre ffuntane inarberate:8
Cqua una gujja9 che ppare una sentenza:
Cqua se fa er lago10 cuanno torna istate.
Cqua ss’arza11 er cavalletto,12 che ddispenza
Sur culo a cchi le vò ttrenta nerbate,
E ccinque poi pe’ la Bbonifiscenza.13
Roma, 1 febbraio 1833
- ↑ così detta, secondo alcuni, dalla voce greca ἀγών, dappoichè ivi era il circo di Alessandro Severo.
- ↑ Si.
- ↑ Qui significa “ridere„.
- ↑ Teatro.
- ↑ La Piazza di S. Apollinare, che confina con Piazza Navona dalla estremità settentrionale.
- ↑ Sentiero di passaggio che attraversa Piazza Navona nella sua metà
- ↑ Nome della estremità meridionale della piazza.
- ↑ Inalberate, cioè: “ritte.„
- ↑ Obelisco egizio appartenente già al Circo di Caracalla, ed ora qui elevato sopra la maggior fontana nel centro della piazza per opera del Bernini.
- ↑ In tutti i sabati e le domeniche del mese di agosto si allaga questa piazza, occasione di concorso e di allegrezza pei Romani.
- ↑ Si alza.
- ↑ Specie di supplizio, creduto necessario alle natiche del nostro volgo. [V. la nota 6 del sonetto: La Ggiustizzia ecc., 7 febb. 32.]
- ↑ Istituto di beneficenza. [Poichè il numero delle nerbate variava secondo i casi (per esempio, nell’editto 30 luglio 1855 del cardinale Antonelli, vanno da quindici a trenta), alcuni, scherzando, dicevano che le ultime erano date per conto della Beneficenza, o dell’aguzzino, o d’altri. E il curioso è che molti lo credevano davvero.]