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Sonetti del 1832 | 13 |
ER GIORNAJJERE DE CAMPOVACCINO.1
La sera a Ttordinone fo er zordato
Ar ballo de commedia er zicch’ezzacche,
Che ddoppo una bburrasca viè Ppilato
Co’ li soni ch’a ffatto Pijjavacche.
Er zoffione,2 che ssoffia, sta agguattato3
A drent’un zoffietto immezz’a ttante pracche;4
E cc’è un lampanarone intigamato
Tra ccerti vetri a uso de patacche.5
Poi c’è un omo6 che zzompa co’ ddu’ donne
Ner cortile der Re ttutto guarnito
De colonnati a ffuria de colonne;7
E ddicheno che st’omo è un manfrodito.8
Poi c’è un incennio a ffoco ch’arisponne
A ffiume.9 E sse va vvia doppo finito.
9 gennaio 1832.
- ↑ In mancanza di milizie, negate dal Governo nel carnovale 1832, furono stipendiati seralmente [per il Teatro di Tordinona, o Apollo, intorno al quale vedi la nota 1 del sonetto: Chi nnun vede, ecc., 8 febbr. 32] tanti scavatori del Foro Romano e vestiti da soldati di comparsa nell’opera il Zadig, musica del maestro Vaccai, e nel ballo il Pirata, composto dal maestro Piglia.
- ↑ Suggeritore. [In francese, souffleur.]
- ↑ Nascosto.
- ↑ Placche, per “lumi della bocca d’opera.„
- ↑ Nuovo lampadaio, costrutto a guisa di una gran tazza, formata colla unione di tanti piccoli quadri di cristallo a faccette. I lumi sono dentro e ne trasparisce lo splendore.
- ↑ Il primo ballerino M. Priora, che balla un terzetto colle due prime ballerine SS...
- ↑ In un atrio.
- ↑ Il detto ballerino ha il malvezzo di mostrare il petto nudo alla foggia di una donna.
- ↑ Incendio e caduta di una fabbrica creduta un ponte, con che termina il ballo. [Il palcoscenico di Tordinona risponde sul Tevere.]