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10 Sonetti del 1832

ER CORPO DE GUARDIA SCIVICO.

     Er capitan’abbate Debbiticci,1
Che ssi mmette, per dio, mano ar palosso,2
È ssalame capasce de dà addosso
A un squadron de carote e ppajjaricci,3

     Spesso spesso ar quartiere se fa rrosso
Discenno lui che cce n’ha ppochi spicci,4
E che, ssi ar ronneggià5 ffamo6 pasticci,
Ce fotte a tutt’inzieme in ner profosso.

     E sfodera oggnitanto la guainella,7
Pe’ ffà ffà le sercizzie8 a la scappona9
A cquelli che nun stanno in zentinella.

     A ddu’ ora poi caccia la corona
Pe’ ddì er rosario, e ttiè la coratella10
De mannàcce11 a ddormì cco’ la padrona.12

8 gennaio 1832.

  1. Alteramento del cognome russo Diebitsch [così si chiamava il generale che alla testa di dugentomila uomini fu mandato a reprimere nel 1831 l’insurrezione polacca], onde satirizzare l’avvocato, giudice, cavaliere, capitano Barbèri, uomo pieno di debiti e di stipendi. [Gli dà il titolo di abate, per due ragioni: prima, perchè realmente nel 1832 si continuava a darlo agli avvocati, quantunque Leone XII avesse rinnovato contro di loro la proibizione di vestire da chierici; seconda, perchè questo titolo (un tempo così ambito dai secolari, per raccattar qualche briciola del banchetto del potere, riservato esclusivamente ai preti) era già diventato, come il Belli stesso avverte altrove, segno di sprezzo e di scherno.]
  2. [Paloscio: stocco, spada; ma sempre in tono canzonatorio.]
  3. Pagliariccio: cipolla cotta al forno.
  4. Ch’è uomo risoluto.
  5. [Al rondeggiare.] Nella ronda.
  6. Facciamo..
  7. [V. la nota 2 del sonetto: Er Teatro Pasce, 10 genn. 82.]
  8. Gli esercizi.
  9. In fretta in fretta.
  10. Ha il coraggio.
  11. Di mandarci.
  12. Tracolla..