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Sonetti del 1830 | 81 |
24 genn. 33.] 11 [Il babbo. Dal lat. tata.] 12 Me. [Con l’aggiunta del ne eufonico, sul quale si veda la nota 5 del sonetto: Er pizzico, 30 sett. 30.] 13 Altri. 14 Te. [Questo schiaffone mnemonico, assai comune in simili casi anche fuori di Roma, richiama la “gran ceffata,„ che il Cellini (Vita, lib. I) dice d’aver avuto da suo padre come ricordo della salamandra; e richiama altresì l’uso prescritto in più d’una legge germanica, e quasi certamente reliquia antichissima d’una formalità di ius naturale, delle ceffate e delle tirate d’orecchi a’ ragazzi che assistevano alla presa di possesso di terre comprate, o alla limitazione di quelle comuni; e richiama finalmente la ben nota tirata d’orecchi nell’antestatio presso i Latini. Cfr. Tamassia, Osculum interveniens; Torino, 1885; pag. 25, nota 3; e Scialoia, nella Cultura del Bonghi, vol. VI, pag. 510.]
LA GGIUSTIZZIA DE GAMMARDELLA.1
Cuanno che vvedde2 che a scannà un busciardo
Gammardella ebbe torto cór Governo,
Nun vòrze un c.... convertisse;3 e ssardo4
Mòrze5 strillanno vennetta abbeterno.6
Svortato7 allora er Beato Leonardo8
A le ggente che tutti lo véderno,9
Disse: “Popolo mio, pe’ sto ribbardo10
Nun pregate più Iddio: ggià sta a l’inferno.„11
Ebbè, cquelle du’ chiacchiere intratanto
J’hanno incajjato un pezzo de proscesso
Che sse stampava pe’ ccreallo Santo.12
L’avocato der diavolo13 fa er fesso14
Co’ sti rampini,15 ma ppò ddì antrettanto,16
S’ha da santificà ffussi17 de ggesso!
Terni, 30 settembre 1830.
- ↑ [N’hai fatte più tu, che Gammardella, si dice proverbialmente anche nell’Umbria e altrove. Ma in verità, Antonio Camardella non ne fece che una sola assai grossa: nel settembre del 1749, ammazzò con un colpo di terzetta il canonico Donato Antonio Morgigni, che, mancandogli di parola in una questione d’interessi, aveva potuto farsi dar ragione davanti al tribunale, benchè realmente avesse torto. Quel modo proverbiale però, non nacque tanto dal preticidio (cosi lo chiama il Casti, Nov. XXVI, st. 16), quanto dallo scandalo che il Camardella dette otto giorni dopo, allorchè, condotto alla forca sulla Piazza di Ponte Sant’Angelo, rifiutò ostinatissimamente di convertirsi, benchè il celebre frate Leonardo da Porto Maurizio ci adoperasse per quasi un’intera giornata tutta la sua eloquenza, cha davvero non era poca, e il boia, dal canto suo, i soliti schiaffi, le solite fìnte d’impiccarlo senz’altro indugio, e i soliti carboni ardenti, o lastre infocate, o cera liquefatta sulle mani, per atterrirlo con un assaggio anticipato de’ tormenti dell’inferno. De’ quali schiaffi, finte, carboni, ecc., quantunque mi manchino testimonianze scritte, perchè non m’è riuscito di ritrovare una Relazione del fatto, che fa stampata a parte (V. il Diario Ordinario di Roma, 27 sett. 1749); si può tuttavia esser certissimi, per la tradizione che ne dura ancora e per l’uso che n’era stato fatto pochi anni prima in casi simili. (V. le cit. Giustizie dell’Ademollo, pag. 57 e 80.) Se non che, mentre negli altri casi pare che giovassero, in questo non servirono che ad inasprire di più il paziente, il quale, alla minaccia dell’inferno, rispondeva che era contentissimo di andarci, per fare a tizzonate col canonico. E perciò a Roma, anche adesso, quando uno fa il caparbio, gli si grida contro: Gammardella! — Nel 1845, il boia Bugatti, come si rileva dalle citate sue Annotazioni, decapitò in Spoleto un “Raffaele Gammardella di Ancona, forzato, reo di omicidio deliberato.„ Ma questo secondo Gammardella è del tutto oscuro.]
- ↑ Vide.
- ↑ Non volle affatto convertirsi.
- ↑ Saldo.
- ↑ Morì.
- ↑ In eterno. [“....Rispondendo sempre Vendetta, persisteva ostinato nella sua impenitenza,...„ e “quantunque per grazia differita fosse l’esecuzione della sentenza fìno alla sera, volle morire ostinato chiedendo Vendetta anche col capestro alla gola.„ P. Gius. Mar. da Masserano, Gesta ecc. del B. Leonardo da Porto Maurizio; Roma, 1796; pag. 116. — “Vendetta, grida il reo, nè altrui dà retta; Penzolon cade e grida ancor vendetta.„ Casti, l c. cit.]
- ↑ Rivolto.
- ↑ Il B. Leonardo da Porto Maurizio.
- ↑ Videro.
- ↑ Ribaldo.
- ↑ [“....Dalle scale stesse del patibolo, da cui pendeva il cadavere di quel misero, parlò con tal veemenza sopra l’impenitenza finale, che cavò le lagrime dagli occhi di tutti.„ P. Gius. Mar., loc. cit. — “Rivolto il frate al popolo adunato, Per l’anima di questo peccatore, Vano, disse, è il pregar, egli è dannato.„ Casti, Nov. cit., st. 17.]
- ↑ [Questa voce corse realmente; ma pare che la lunga durata del processo di canonizzazione, aperto nel 1797, cioè dopo un anno dalla beatificazione, ripreso nel 1836, e chiuso favorevolmente da Pio IX non prima del 1866, dipendesse da altre cagioni. Il Belli tuttavia la ribadisce anche nel sonetto: Er primo peccato ecc., 25 apr. 34.]
- ↑ Così chiamasi l’Avvocato che impugna ecc.
- ↑ Il duro, [lo sguaiato].
- ↑ Cavilli
- ↑ Può dire eziandio altrettanto.
- ↑ Fosse.