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clxviii | Prefazione |
Ad Paulum. Si caute meretrix cupidos expilat amantes, Ad eundem. Nescio si verum est, iam te faciente per Urbem, |
I Pasquillorum, del resto, pubblicati nel 1544, non solo sono necessariamente incompiuti rispetto a Paolo III, che visse fino al 49,1 ma hanno molte e molte lacune anche ne’ tempi anteriori; e chi vorrà colmarle, dovrà ricorrere ad altre quasi innumerevoli fonti.
II bibliofilo Jacob, nella Notice historique premessa alle opere del Rabelais (ediz. Charpentier), scrive: “On presume que Rabelais inspira quelquefois à la statue de Pasquin ces épigrammes hardies qui, durant son séjour à Rome, amusèrent le peuple romain.„ E può essere che il Rabelais facesse quel che avevano già fatto il Berni, l’Aretino e mille altri, ma le prove mancano. Certo è però che tra i beaux livres de la librairie de Sainct Victor,2 ci sono anche questi: Pasquilli, doctoris
- ↑ Pare che nel 43 egli pure avesse cominciato a risentirsi contro Pasquino, poichè il 27 aprile di quell’anno Claudio Tolomei (Lettere; Venezia, 1547; pag. 40) scriveva da Roma: “Pasquino questo anno non è stato rivestito. Ecco che tutte le buone usanze s’intralascian talvolta. Se ne fan vari discorsi e diversi giudizi; ma la maggior parte si risolve ch’egli non si vuol più trasfigurare, perchè si duol che questa arte, ch’era già la sua, gli sia stata oggidì tolta da molti uomini del mondo; ond’egli sdegnatosi la vuol lassar fare a loro, sì come in ciò meglior maestri di lui.„
- ↑ Pantagruel, liv. II, chap. VII.