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Prefazione cli

liano a que’ tempi, ispirò o secondò il famoso grido; Fuori i barbari!

   Padre dell’universo, almo pastore,
Che rapresente Iesu Christo in terra,
Chi tieni el loco di quel che apre et serra
La porta del sacro regno magiore;
   Mira l’Italia tua, che a tutte l’hore
Dinanzi ai sacri toi piedi s’atterra,
Gridando: “Patre sancto, hormai diserra
La spada contra ’l barbaro furore.„
   Guarda il suo corpo tutto lacerato
Dalle man d’esti cani amaramente:
Soccorri, padre mio più che beato.
   Per amor della patria tua excellente,
Porgi soccorso al popul flagellato,
Scaccia questa barbarica aspra gente.
                        Vedrai poi incontinente
Italia farsi bella et riverdirsiFonte/commento: Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/298,
Et contra i toi nimici teco unirsi.

Ma, in questo stesso giorno, si fece anco apostrofare cosi:

   Hercul, già da tua maza et brava mano
Varii monstri gustorno amara morte:
Hor qua richiede1 uno huom di te più forte,
Tanti cerbari pasce in Vaticano!

La raccolta dell’anno successivo,2 sfuggita finora, per quanto ne so io, a tutti gli autori che si occupano di Pasquino, ce lo presenta, nella solita incisione del frontespizio, vestito a lutto, come fu realmente, per la morte del suo protettore; e i carmi stessi (latini, italiani


  1. Forse, si chiede. Ma è possibile anche il richiede, col qua usato per soggetto, come il qui in Dante, Purg. XXI, 48, e l’altro da me avvertito in un documento del decimo secolo (Origine della Lingua italiana; 4ª ediz., pag. 66, nota 2).
  2. Carmina ad Pasquillum posita. Anno M.D.XI. E in fine: Impressum Romae per Iacobum Mazochium Romanae Acadamiae Bibliopolam. Anno M.D.XI. Die VI Maii.