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però complicato, col quale in quel tempo vediamo aver procurato questi municipii di guarentirsi dalle frodi dei fornai, fu reso più semplice dalla introduzione di uno stabile Calmerio. Ciononostante riteniamo, che senz’altro fino dal 1174 fosse già in uso questo meccanismo, o qualche cosa di consimile, se il nostro Statuto più vecchio, senza addentrarsi in minuti particolari, parla senz’altro della pensa e della mensura come di cosa perfettamente nota e già pienamente in uso. Si conferma tutto ciò collo Statuto del 1263 il quale, dove stabilisce le basi del Calmerio, usa la espressione item declaraverunt quod hic retro a longo tempore vitra optentum et observatum est cet. (in Stat. an, 1331, 8 § 34), dal che si vede che anche in un’epoca precedente, in quella appunto che cadeva nel periodo di redazione dello Statuto del 1204-48, esisteva già un Calmerio pei Fornai.

96. Stat. an. 1353, 7 § 45: item quod Calmedrium panis frumenti venalis factum tempore regiminis suprascripti d. Pagani de Bezozero locum habeat et conservetur et non aliud Calmedrium. Pagano da Bizzozzero fu Podestà nel 1340, Ronchetti Memor. Stor. 5 p. 82.

97. G. Villani, Ist. fiorent. 11, 113 sotto l’anno 1340: «Con essa pestilenza seguì la fame e il caro, aggiunta a quella dell’anno passato; che con tutto lo sciemo de’ morti valse lo Staio del grano più di soldi trenta, e più sarebbe assai valuto, se non che ’l comune ne fece provedenza di farne venire di Pelago.» Chron. Estens. in rer. italic. Script. 15, 403 E: «et tunc erat maximum carum omnium bladorum.» Disastroso era stato anche l’anno precedente, come si comprende dal Villani, e più dalla citata Cronaca Estense (a. l. c.), la quale, non solo fa menzione di grandi innondazioni del Po nei mesi di Settembre, Ottobre e Novembre, ma di più aggiunge che «his temporibus maximum miraculum apparuit in Lombardia, quia multae locustae venerunt et apparuerunt, quae devorabant bladas et campanias, et magnae erant sicut vespertiliones.»

98. V. Appendice IV.

99. Lupi 2, 873.

100. Pergam. in Bibl. n. 516; cfr. Lupi 2, 909 (v. sopra Nota 70).

101. Tiraboschi, Vocab. dei dial. bergam. s. v.