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de vino urnas tres; de vino anforas XIV et conzias IV; de vino anforas X et conzias VI; de vinea ad anforas I Staria V (ibid. col. 709, 710, 712, 714, 720, 724); ann. 940, quinque anphoras vini et urnam (Giulini, mem. stor. di Mil. 9 p. 24; cfr. 2 p. 148). L’inventario del 905 dei beni del monastero di S. Giulia in Brescia, di cui qui abbiamo dati gli estratti più salienti, lascia supporre che per le misure dei liquidi, se non la contenenza, almeno le partizioni dell’epoca romana rimanessero inalterate, e che quindi, come misura di maggior capacità fosse prima l’amphora, poi l’urna, indi il Congius infine il Sextarius. La carta del 940 citata dal Giulini non contraddice a questa supposizione, ma i documenti sono sì scarsi, che non possiamo applicare a tutti i luoghi, che a noi sono più vicini, una tale supposizione. Rispetto alla capacità di queste misure non fa bisogno neppure parlarne, perchè vedremo nel secolo undecimo mantenersi i nomi di Congius, Sextarius, Hemina, Quartarius, quantunque il valore di queste misure fosse del tutto differente.

33. Un brevissimo, ma significante tratto delle condizioni nostre a quest’epoca fu dato da Hegel, Stor. della Cost. dei Munic. ital. p. 379 della vers. it.

34. Questo è quanto vorrebbe provare Saigey, Métrol. pag. 109-115.

35. Dai brani dei documenti più sopra recati (Nota 32) si potrebbe argomentare che nel Modius non entrassero più di otto Sextarii, perchè non vediamo mai questo numero sorpassato dai Sextarii uniti ai Modii. Ma troppi sono i documenti o periti, od a noi sconosciuti perchè con tutta sicurezza sia concesso venire ad una tale conclusione. Rispetto alle misure del vino valga l’osservazione già fatta in fine della citata Annotazione. Naturalmente, per la connessione che vi ha fra le notizie di un’epoca precedente e di una posteriore a questo periodo, noi non possiamo restare in dubbio nell’ammettere che il Sextarius, come a’ tempi romani, si dividesse in due Heminae e quattro Quartarii: le ulteriori suddivisioni e i loro nomi ci sono perfettamente sconosciuti. Vi ha però un punto, che può essere posto in luce con una certa verisimiglianza, ed è che le misure degli aridi di questo periodo devono essersi discostate di ben poco da quelle che qui troviamo in uso a cominciare dal secolo undecimo. Questo si può ricavare dai ca-