nenza, e le suddivisioni di quelle misure avessero potuto subire non lievi modificazioni. Ma nel 1129, in una sentenza pronunciata da due Cardinali legati di papa Onorio II sulle controversie fra il vescovo Ambrogio ed i Canonici di S. Alessandro, troviamo quanto segue: «Producti sunt ex parte Canonicorum tres idonei testes Petrus Bertane Wilielmus Degastaldio Oddo de Crotta, quorum primus de tempore Ambrosii Attonis et Arnulfi, secundus de Attonis et Arnulfi tempore, tertius de tempore tantum Arnulfi testimonium protulerant se vidisse in vinea donica que est de iure episcopatus s. Alexandri duos Congios ad mensuram pergamensem a Canonicis pro sacrificio exigi119.» Le date qui segnate per la esistenza della «mensura pergamensis» del vino ci trasportano indietro di oltre un secolo, poichè il primo vescovo Ambrogio coprì la sede episcopale dal 1023 al 1057, Attone dal 1058 al 1075, Arnolfo dal 1078 al 1096120, per cui il primo dei testimonii chiamati in causa, colla sua deposizione a favore dei Canonici di S. Alessandro, ci serbava anche la preziosa notizia che, prima della metà del secolo undecimo, pei liquidi s’era già stabilita una misura propria a questa città. Per conseguenza non è a meravigliare se nei documenti posteriori troviamo espressioni identiche a quelle, che abbiamo vedute in uso per le misure degli aridi, e quindi nel 1181 abbiamo: «anno mclxxxi die xv intrante Augusto in claustro s. Vincentii Adelardus Archidiaconus investivit in presentia et cum consensu fratrum suorum inter quos Arricus de Carceribus de Verona Rugalinum filium Petroboni Rugali de vinea posita ubi dicitur in Fon-