la Soma, non si aggiunge alcun epiteto col quale si indichi, esser questa una misura appena entrata nella consuetudine, o la quale avesse per base un’altra misura da poco od introdotta, o modificata sovra una più antica. E ciò era troppo naturale. Il Modius avea conservato il nome antico di una misura certamente diversa per contenenza, e appunto, perchè non avessero a nascere nocive confusioni, rendeasi necessario notare che il modius andava ragguagliato sul nuovo Stajo del secolo undecimo; ma il nome di Soma indicava da sè tutto il sistema qui creato; il notare che la Soma era calcolata sullo Stajo corrente nella nostra città sarebbe stata una delle più oziose e delle più insignificanti aggiunte, e perchè lo stretto rapporto con essa creato fra il peso ed il volume di un dato grano porgeva facoltà di guarentirsi ad ogni momento della esattezza dell’uno col mezzo dell’altro, e perchè inoltre lo Stajo corrente era appunto una parte della Soma con essa talmente legata, che non potevasi nominare l’una senza comprendere l’altro. Quindi in un atto inedito già citato di investitura in Sabbio, che risale al 1154, troviamo senz’altro: «quadraginta et unam Somam inter blavam et legumen unam Somam inter fabam et cicer et robiliam . aliam Somam frumenti . alteram vero sicalis72,» e lo stesso si trova in altri documenti più sopra citati (§ 2) ed in parecchi che qui si potrebbero facilmente addurre73. Dal 1169 in avanti il nome di Soma fu quello che prevalse nei nostri documenti sì pubblici che privati, onde nel testamento del canonico Alberto da Somma fatto nel 1181 a favore della chiesa di S. Alessandro, alla quale lascia