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chiorum verius esse demonstratur (Metr. Script. 2, p. 136, 17 seg). Qui abbiamo ancora indicato il valore dell’antico Piede romano, ma non v’ha chi non vegga quanto questo mezzo di determinare la lunghezza di quella pertica potesse ugualmente adattarsi anche a stabilire la pertica di Liutprando. Dal momento che si era ritenuta uguale a 6 Piedi la estensione delle braccia, è chiaro che nel primo caso bastava prendere due volte quella estensione, nel secondo tre volte per avere il valore della pertica rispettiva, sicchè, quando vediamo, durante il predominio del sistema di Liutprando, fondato il valore della pertica sulle braccia distese, parci si debba ritenere senz’altro, che la canna ad esse ragguagliata rappresentasse precisamente un terzo della pertica stessa. Se il Piede di Liutprando avesse avuto il valore a un bel circa di quei Piedi, che anche oggidì conservano lo stesso nome in altri contadi, la misura fondata sulla extensio brachiorum riuscirebbe per lo meno inintelligibile. — Appoggiati a queste considerazioni, nella Tavola IV.ª A. B. daremo il ragguaglio delle misure lineari dei terreni in base al valore trovato pel nostro Piede agrimensorio dalla Commissione del 1801 in millimetri 437,76712, valore, che dandoci pel Piede romano, pervenuto indirettamente fino a noi, millimetri 291,845, lo possiamo ritenere come quasi inalterato dalla sua origine, che risale all’epoca langobarda.

§ 5. Intimamente congiunto, secondo noi, colla Pertica agrimensoria, o meglio, colla sua metà, il Capitium, è il Brachium così detto da legname e da fabbrica. Probabilmente esso è coevo alla determinazione del Capitium Comunis Pergami come metà della