74 |
parte terza - capitolo xvi |
[358] |
in lui, e poi saliva sino a Dio. Quella terra e quei campi sono
ancora belli di erbe, di fiori; quell’aere ancora olezza; ma chi
vi vide, come vi vedeva io, passeggiare ninfe e sirene e lievissimi spiriti? chi sente risonare in quell’aere una poetica
melodia, un inno d’ineffabile dolcezza? chi va ad adorare la
tomba di Virgilio, e sfogliando le rose e spargendovele sopra,
vi ripete quei cari versi? Spargite humum foliis? chi vi aspetta
zefiro che tornando da lontane contrade rabbellisce la terra
di erbe, di fiori e di mille soavitá d’odori, e poi che l’ha
abbigliata come giovane sposa la vezzeggia e la bacia con
l’alito delle aurette e coi lievi sussurri, mentre gli uccelli venuti con lui da lontani lidi gli cantano con tante voci la canzone delle nozze? O uccelli che passate per questo spazio di
cielo che ricopre l’ergastolo, e non vi curate de’ dolori che
qui sono, o fortunati uccelli, andate su quel colle, ché non
trovereste altrove piú bel verde, piú sereno aere, piú dolce
riposo: lá fatevi il nido, ed allevate i figliuoli vostri, come io
v’allevava i miei. O mesto usignuolo, va su la tomba del tuo
poeta, dove è l’ombra di un alloro, appiccavi il nido, ché lá
nessuno aratore ti strapperá gl’implumi figliuoletti, e tu non
piangerai, ma canterai d’amore, ed il tuo canto parrá forse a
qualche anima il canto del poeta. Ma tu lo conosci quel luogo,
o mesto usignuolo, tu piú volte hai fatto il nido sopra gli
alberi vicino alla tomba, e forse tu fosti quello che con la
melodia del tuo canto rapisti tutte le potenze dell’anima mia,
e mi facesti credere di vedere la romana ombra del poeta
andar lieve vagolando sul pendio della collina, ed io andargli
incontro reverente, e salutarlo nel latino idioma, e nell’italiano
con le parole di Dante:
«Oh se’ tu quel Virgilio, quella fonte
che spande di saper sí largo fiume?»
risposi lui con vergognosa fronte.
«O degli altri poeti onore e lume
valgami il lungo studio e il grande amore
che m’han fatto cercar lo tuo volume.
Tu se’ lo mio maestro, e ’l mio autore».
|