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L’OPERA DI GIOVANNI SCHIAPARELLI




I.


Fu un grande pensatore solitario, una mente robusta, vasta, avida di tutto sapere, governata da una volontà tenace, sempre vigile. Si può dire di lui che fu astronomo perchè volle esserlo: si può aggiungere che divenne tutto quello che essere volle.

Nacque1 da parenti biellesi addì 14 marzo del 1835 in Savigliano; ivi compì l’intero corso degli studî elementari e secondarî; nel 1850 passò alla Università di Torino, vi si iscrisse alla Facoltà matematica, e nell’agosto del 1854 ne uscì colla laurea di ingegnere idraulico e di architetto civile. Senza essere un prodigio, fu certo scolaro e studente eccezionale; sì a Savigliano che a Torino egli affermò l’ingegno suo forte e versatile; diede alto concetto di sè a professori e condiscepoli. A Savigliano fortuna volle che conoscesse il teologo Paolo Dovo, uomo di carattere aureo, e grande amatore di cose astronomiche, il quale dal campanile della sua chiesa di S. Maria della Pieve mostrò a lui giovinetto le costellazioni e le maggiori stelle, e lo iniziò ai misteri suggestivi del cielo. A Torino più e più si appassionò per l’Astronomia, e, conseguita la laurea, decise di dedicarsi all’insegnamento privato delle matematiche, per potere attendere contemporaneamente da sè allo studio delle lingue moderne e sopratutto della scienza sua prediletta. Lo studio tenace di questa durante

  1. «Archivio del R. Osservatorio astronomico di Brera di Milano», Marzo, 1896.