Quel ciabattino che ti ha dato a pranzo
Foglie di porro, e mannerino allesso?
Ohè! non mi rispondi? o parla, o piglia
A conto questo calcio. Dove stai,
Birbaccione? in qual ghetto è il tuo recapito?» -1
O tu dica qualcosa, o zitto zitto
Te ne ritorni indietro, ell'è tutt'una:
Ti dan le paghe nello stesso modo:
Quind'irati ti fanno una comparsa.
Ecco qual'è la libertà del povero!
Battuto e pesto a furia di cazzotti
Prega e scongiura che gli sia permesso
Di riportare a casa qualche dente.
Nè questo è il solo che temer tu dei:2
Poichè non manca chi vorrà spogliarti,
Non sì tosto le case sien serrate,
E la notte abbia messo i catenacci
Per ogni dove ai fondachi deserti
E silenziosi. Mentre la palude
Pontina, e la pineta Gallinaria3
Guardan le squadre armate; gli assassini
↑[p. 180modifica]] Gli Ebrei erano riguardati in Roma con grandissimo disprezzo, e nessun romano poteva entrare nelle loro sina-[p. 181modifica]] goghe senza coprirsi d’ignominia. Dopo ciò si capirà il veleno della domanda del nostro letichino.
↑[p. 181modifica]] Questa scena del briacone insolente mi pare così comica, allegra e briosa da fare invidia, non che ad Orazio, a Plauto e a Luciano. Eppure si è avuto il coraggio di dire che Giovenale tinge tutto di nero, e non spiana mai le rughe della sua fronte aggrottata! Tanto può anche nei letterati lo spirito di partito.
↑[p. 181modifica]] Tanto le Paludi Pontine, quanto questa Pineta o selva Gallinaria, posta in quel di Cuma, tra le foci del Volturno e del Literno, diveniano spesso nidi di briganti e assassini.
39 Aquino era la patria di Giovenale.
40 Cerere e Diana erano molto in venerazione presso gli abitanti di Aquino; forse perchè dediti principalmente all’agricoltura e alla caccia. Da una iscrizione, disseppellita pochi anni sono in quei dintorni, si sa che a Cerere aveva inalzato un tempietto il nostro poeta. L’aggiunto di Elvina dato a questa Dea, chi vuole che le venisse da una fontana di tal nome, che scaturiva presso del suo tempio; chi dal biondo (helvino) colore delle spighe.