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310 lettere di fra paolo sarpi.

gno:1 gradisco sapere se sia già edito o da stampare. Senza vederlo, ne fo ragione per la rinomanza dello scrittore. Tutto che l’autore ha raccolto e ordinato con mirabile valentía in quest’opuscolo, è degno di piena approvazione. Se avessimo noi conferito insieme, o l’uno avesse letto le scritture dell’altro, e’ non poteva, per mio avviso, più bellamente mettere a ordine quel ch’io ragionai in vari tempi nelle controversie co’ romaneschi. Solo un punto (e lo noto espressamente) non mi va pienamente a sangue; e piacemi deporre nel seno di V. S. i miei dubbi, per averne un giudizio. Che se sono per riuscirle molesto, ne accagionerà se medesima, la quale mi tratta sì cortesemente nelle sue lettere, da farmi credere che niuna mia le sarà per tornar grave.

Barclay, nel capo 17, asserisce, rispetto ai poteri chiesastico e civile, che ambi rapportansi alla stessa cristiana repubblica; nè l’uno all’altro sottostà, ma insieme si assoggettano alla divina autorità, a modo del gran cancelliere e del gran contestabile; il primo dei quali presiede alle cose forensi, alle guerresche l’altro; nè l’uno può usurpare la giurisdizione altrui, e uniti moderano prosperamente la medesima repubblica e cospirano al proprio vantaggio: discordi, non si possono vicendevolmente infrenare, ma aspettano il giudicato della regia sovranità. Il cancelliere sarebbe il papa; il


  1. Vedi la nostra nota a pag. 275. In quanto alla conformità dei sentimenti del Barclay seniore con quelli del Sarpi, udremo poi ripetere da quest’ultimo nella Lettera CI: “Io direi che fosse opera degna di stima, quando non fossi interessato per aver difesa la medesima opinione.„