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cecchin salviati | 117 |
altro l’espression degli affetti sentiti con grandissima forza. Le quali cose in si tenera età erano degne d’ammirazione, benchè in Firenze non fosse nuovo ne raro l’esempio d’ingegni prematuri.
Anzi era venuto a que’ giorni d’Arezzo un fanciullo di nove anni chiamato Giorgio Vasari, il quale, oltre all’essere abile nel disegno, aveva già fatto tali progressi nello studio delle belle lettere, da spiegar bene l’Eneide di Virgilio e saperne a mente tutti i passi più belli. Abitava egli in casa di messer Niccolò Vespucci, in sulla coscia del Ponte vecchio sopra la chiesa del Sepolcro1, e praticava in bottega di Michelangiolo Buonarroti.
Venne la cosa a notizia di Francesco, e arse subito di desiderio di conoscerlo. Appunto allora girava di sua mano un ritratto che fu mostrato a Giorgio, a cui piacque molto; e perchè ogni simile ama il suo simile, anch’egli fu preso dalla stessa brama di legarsi in amicizia con Francesco. Sicchè studiandosi ambedue d’incontrarsi, alla fine si videro un giorno in sulla piazza del Duomo, e prima che altri proferisse i loro nomi, quasichè si fossero amati da lungo tempo, provarono l’interno trasporto d’una tenera amicizia.
Subito i loro colloqui spiegarono l’affetto che avevano per le belle arti e l’ammirazione per le naturali bellezze che sono in tutti gli esseri dell’uni-
- ↑ Sulla fine del secolo passato questa chiesa fu soppressa e incorporata nel nuovo casamento del Sig. Ab. Carovana.