Pagina:Rubagotti-bovio-giordanobruno.djvu/37


— 27 —

concetto. - Il sistema di lui segna il più eccelso grado sin qui toccato dalla filosofia idealista.

Bruno inoltre, circa due secoli prima di Lessing, di Condorcet e di Herder, significò per forza d’intuito la legge della evoluzione continua, la cui determinazione forma la gloria principale del secolo XIX, là dove dice che scopo della causa efficiente è la perfezione dell’universo, la quale consiste nello sviluppo successivo e interminabile di tutte le forme.

Pertanto egli, il grande precursore dell’età nostra, caduto in potestà di Roma, fu consegnato agli esecutori della giustizia cattolica affinchè fosse clementissimamente e senza effusione di sangue punito. E invero non vi fu spargimento di sangue, perchè l’arsero vivo in Campofiore presso al teatro di Pompeo, lì 17 febbraio del 1600.

Non si può ideare Bruno senza Galilei. Senza il canocchiale onde caddero i veli misteriosi di questo Iside che appellasi Natura, impossibile il concetto dell’unità dell’universo - donde l’unità del pensiero e dell’essere - donde l’eliminazione del principio di creazione.

E i due sublimi ingegni s’affacciano paralleli nella storia e sono contemporanei.

Nell’uno s’individua la scienza delle cose, nell’altro la scienza del pensiero; e quella e questa, epilogano nella scienza della vita.

Orbene, la Chiesa romana, spettinata e lercia con le contrazioni del tetano, con la bava dell’idrofobia, venne loro innanzi, slogò le ossa a Galilei, arse Giordano Bruno, che avevano rannodato i fili della tradizione umana, interrotti dalla spaventosa catastrofe del cristianesimo, con Lucrezio e con la scuola di Socrate - in nome di Giosuè e di Tommaso d'Aquino