Pagina:Roma Antica 4.djvu/15


DI OTTAVIO FALCONIERI 3

[Consol. ad Heis] venerazione furono sempre tenute da’ Romani le vestigia anche men considerabili dell’antichità; onde come osserva Seneca, quel popolo vincitor del mondo fra tanti edifizj che adornavano la cima del Campidoglio, conservava con somma cura la casa di paglia o capanna ch’ella si fosse, in cui era fama avere abitato Romolo nel primo nascimento di Roma. E però come azione lodevolissima, e degna di principe non men savio che grande si racconta di Alfonso [Ant. Panormit. de dict. et fact.] Re d’Aragona, che essendo mancate nell’assediar Gaeta le pietre da caricarne l’artiglierie, nè potendosene avere altrimenti, che col gettare a terra un’antica fabbrica, la quale credevasi essere stata la villa di Cicerone; volle piuttosto il Re far cessare le batterie, che permettere che si ruinasse una [Alph Reg Arag. l. 1] benché inutile e forse non ragguardevole memoria d’uom così celebre. Ma questo più che d’ogni altro principe può dirsi con ragione pregio particolalare d’Alessandro VII. e forse niun Pontefice ha avuto Roma, al quale sia stato maggiormente a cuore il mantenere in piè i laceri avanzi delle sue antiche bellezze. Essendochè non solamente la Santità Sua ha fitto usare ogni diligenza, perchè le memorie de’ passati secoli scolpite, e scritte ne’ marmi le quali di mano in mano vengono in luce, sieno, per quanto egli è possibile conservate diligentemente


    de, e vario commercio di lettere co’ primi Letterati oltramontani, di cui abbiamo distinta, e piena notizia nella seconda parte della Prefazione all’Iscrizioni del Gudio nell'edizione fattane dall’Hesselio, le lettere ancora a lui dirette dall’insigne Astronomo Gio: Domenico Cassini sopra il confronto di alcune osservazioni su le Comete comparse l’anno 1665., che impresse in foglio abbiamo incontrato nella Biblioteca del Collegio Romano; come pure la lettera dal medesimo Falconieri diretta al Principe Leopoldo di Toscana, dipoi Cardinale, in favore del Tasso, riferita con tanta lode dell’Autore, da Monsignor Fontanini nella Biblioteca tom. 2. pag. 297.; non dovendosi per ultimo tralasciare la scelta, e copiosa di lui Biblioteca, ricca de’ più rari Scrittori in materia massime di Sacra, e Profana erudizione, che con sommo studio, ed industria raccolti aveva ne’ suoi viaggi, dalle più rinomate oltramontane Librerie, passate poi dopo la di lui morte in potere del Card Benedetto Panfili,


a 2