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la zecca di bologna 479

del grande artista bolognese Francesco Raibolini detto il Francia: " ma quello di che egli si dilettò sopramodo e in che fu eccellente fu il fare conij per medaglie; nel che fu ne’ tempi suoi singularissimo, come si può vedere in alcune che ne fece dove è naturalissima la testa di papa Giulio II che stettono a paragone di quelle di Caradosso. Oltre che fece le medaglie del signor Giovanni Bentivoglio che par vivo.... Tenne continuamente, mentre che e’ visse, la zecca di Bologna e fece le stampe di tutti i conj per quella, nel tempo che i Bentivogli reggevano, ecc.1 „.

Solamente la scoperta di un documento che sembra assicurare che il Francia eseguì i conii a incominciare dal 1508 e non prima, pose in dubbio l’asserzione del Vasari, troppo facile ad accettare senza vagliarle le notizie sentite dire su gli artisti che non erano più del suo tempo2. Riporteremo il documento parlando delle coniazioni del tempo di Giulio II e frattanto aggiungiamo che alcune notizie che ricaviamo dai documenti venuti alla luce nelle nostre ricerche e che il fatto di non trovar mai ricordato il Francia nelle carte della zecca al tempo dei Bentivoglio sembrano confermare che almeno non tutte le monete bentivolesche si possono attribuire al Francia.

Nell’anno in cui Giovanni II fece battere le nuove monete colla propria effigie, la zecca era affittata ad Ambrogio Serafini che la tenne fin verso il 1497. Il locatario aveva probabilmente dato l’incarico al maestro dei conii, già a’ suoi stipendi, di lavorare per la zecca finche durasse la locazione e se il Bentivogho avesse imposto il Raibolini, i mandati ne

  1. Vasari, Vite. Ediz. Milanesi. T. III.
  2. L. Frati, Delle monete gettate al popolo, ecc.