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delle monete. Ce ne sarebbe d’avanzo per riconoscere a prima vista in questi l’artista che alcuni anni dopo fabbricava i bei conii dei bagattini per la zecca di Reggio-Emilia insieme a Giacomo Martelli1 se il fatto d’esser ricordato come figlio di Marco in una lettera del Martelli ai sovrastanti reggiani, non ci lasciasse in dubbio. Il fatto di trovare che in entrambi i casi abbiamo presente un incisore di conii, e collo stesso nome e cognome ci lascia supporre che ci troviamo realmente di fronte alla stessa persona e che l’errore del patronimico possa ascriversi al Martelli.

Senza insistere sulla questione ricorderemo che l’Antonio di Battista Magnani, ricordato nell’atto 4 novembre 1473, aveva due fratelli, Matteo e Giacomo, che lo aiutavano nel lavoro. Per allora essi non rifabbricarono di pianta nuovi conii perchè per alcuni anni le impronte non furono mutate e si seguitò a battere colle solite di cui parlammo.

Nel maggio del successivo anno 1474 i soprastanti alla zecca ricevevano dal Comune tremila lire, da servire per l’acquisto della materia prima per la battitura iniziata2.

Ed ora veniamo al grande mutamento ideato nel regime monetario di Bologna nel 1476, il più notevole certamente in quel tempo, di cui e la mancanza fin qui di documenti e di alcuni prodotti, tra cui i doppi ducati d’oro allora per la prima volta ordinati, furon certo le ragioni principali del silenzio degli storici e degli studiosi sull’argomento.

Ne trovammo i lunghissimi e dettagliati capitoli in un fascicolo di 15 pagine di carattere minutissimo: portano l’indicazione sola dell’anno: 1476. Il

  1. F. Malaguzzi-Valeri, La zecca di Reggio Emilia. (Rivista italiana di numismatica. Anno VII, fasc. II-III-IV, 1894).
  2. Partiti, 7, c. 166, v.