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annotazioni numismatiche genovesi 179

monete come capo dello Stato, e non come semplice protettrice; ed ai soli protettori San Bernardo, San Giorgio, San Giovanni e la Concezione, doversi assegnare il rovescio. La leggenda DVX etc, che in tal modo non rappresentava piìi l’autorità suprema, stava bene al rovescio intorno a quella croce patente, che dal 1139 in poi aveva sempre occupato quel posto.

Negai la premessa del secondo, cioè che le sigle di zecca dovessero avere un posto fisso. Infatti, i segni e le lettere nel tipo IANVA stavano sempre sul dritto, meno poche eccezioni: nelle monete seguenti sino al principio inoltrato del XV secolo, erano indifferentemente sull’una o sull’altra faccia, ma per lo più divise una per parte: poi prediligevano il rovescio; e nei Dogi biennali sino al 1637, sono esclusivamente dalla parte della croce. Ma dopo quest’anno come sarebbe stato possibile prolungare con tali sigle una leggenda già troppo lunga al rovescio, mentre rimaneva tanto spazio disponibile dopo l’ET • REGE • EOS?

Veniamo al terzo argomento, che si direbbe suggerito da una pubblicazione del Chiar. Ambrosoli1: la corrispondenza tra le due leggende non sussiste affatto. L’invocazione che il figlio rivolge alla madre, preceduta dalla congiunzione in pleonasmo, eleganza non insolita in latino ed in italiano e specialmente nei motti delle imprese personali, non è relativa ai soli governanti, ma a tutti i Genovesi. Nella statua della Vergine così detta del Voto, alla presenza della quale ebbe luogo la nota funzione della cessione dello Stato, questa invocazione scritta in una

  1. Petacchina savonese di Filippo M. Visconti, in Rivista Italiana di Numismatica, 1890, p. 95. — L’A. critica il Promis per non aver tenuto conto della corrispondenza tra le due leggende nelle monete savonesi, avendo premesso civitatem saone al virgo maria protege.