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bibliografia 511


Eduard Fiala, Das Münzwesen der Grafen Schlik. II. (“La monetazione dei Conti Schlick”).

Monete boeme, battute in varie zecche. Gli Schlick avevano ricevuto dall’imperatore l’investitura della contea di Bassano, e ne portavano il titolo.

Alle monete fa séguito un’appendice di medaglie (e placchette) in argento ed in oro, in bronzo, rame, piombo, stagno, ferro, ecc. Tre tavole litogr. corredano l’articolo.

E. Forchheimer, Der Thaler des Fürsten Karl Eusebius von Liechtenstein. (“Il tallero del Principe Carlo Eusebio di Liechtenstein”).

Pezzo di straordinaria rarità, anzi probabilmente unico, posseduto dal principe Ernesto di Windischgrätz.

Th. Stenzel, Seltene Anhaltische Münzen und Medaillen ans der Ballenstedter Sammlung im herzoglichen Münzkabinet zu Dessau. (“Monete e medaglie rare, provenienti dalla Collezione Ballenstedt e conservate nel Gabinetto Numismatico ducale di Dessau”).

Il Dr. Stenzel aveva già pubblicato, molti anni or sono, una descrizione delle monete e medaglie dell’Anhalt; il presente articolo è un complemento di quel lavoro.

Dr. Fr. Kenner, Die Münzen und Medaillen im k. k. kunsthistorischen Hofmuseum. (“Le monete e medaglie nel Museo imperiale per la Storia dell’Arte”).

Com’è noto, le differenti collezioni imperiali di oggetti d’arte, che si trovavano disseminate sinora nei vari musei di Vienna, sono stato riunite non ha guari in un nuovo e splendido Museo, il quale, benchè di recentissima apertura, forma già la più possente attrattiva della metropoli austriaca.

Per ciò che riguarda la sezione numismatica, è da notare anzitutto che le monete e medaglie esposte per saggio in vetrine furono riordinate con criterî moderni, e grandemente accresciute in confronto al saggio che se ne vedeva nell’antico Gabinetto, e ch’era stato immaginato ed introdotto per la prima volta, innanzi la metà di questo secolo, dall’allora Direttore Arneth, con pensiero che pei suoi tempi era stato una felice innovazione, imitata poi altrove. Il presente articolo dell’attuale Direttore Dott. Kenner, — (ben conosciuto anche dai lettori della Rivista per il magistrale suo studio sul “Medaglione romano”, che abbiamo tentato di riassumere nel vol. II di questo periodico), – dà ragione appunto dei criteri che presiedettero al nuovo ordinamento ed ampliamento,