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50 luigi a. milani

come dio primordiale, anche nel fastigio1 principale del tempio di Giove Capitolino.

Dell’aes grave, dirò ormai, Suessano, il quale, oltre che dal peso anche dalla duplicazione del tipo, mostra di essere una delle più antiche specie fuse, abbiamo non più di due emissioni ordinarie distinte:

1a Emissione con asse a duplice testa diademata di Apollo, sul piede della mina attico-campana, ridotta via via dal peso di 16 once (gr. 436) a sole once 14-12. (Cfr. gli Annexes presso Mommsen-Blacas, I, p. 337 e gli assi del nostro ripostiglio).
2a Emissione con testa come sopra, a cui qualche volta si aggiungono: a) i raggi solari; b) la S iniziale della zecca; c) il segno del grappolo d’uva. — Questa emissione sta sul piede della libbra romana debole (11-10 once).

In connesso tipologico e metrologico con la seconda emissione da me assegnata a Suessa-Aurunca stanno i rarissimi assi di emissione straordinaria:

  1. Cfr. le osservazioni che facciamo più innanzi p. 54 seg. Il Vulcano Capitolino (Volcanus) sta in relazione coi fenomeni vulcanici laziali che avvolgono le origini di Roma; altrettanto si può dire del Volcanom di Aesemia che sta pure in relazione coi terremoti del Sannio (cfr. Head, Hist, Num., p. 24). Come dio primordiale Vulcano, sposo a Maia, occupa un posto eminente nell’antichissimo fastigio Capitolino (v. Daremberg e Saglio, Dictionn., art. Capitolium) connesso con l’Hephaistos dell’isola di Lemno (Αἰθάλη, etr. Seθlans), padre dei Cabiri di Samotracia. Questo in ordine religioso (più ampie spiegazioni darò trattando ex professo della religione e delle Divinità degli Etruschi, v. nota 27, p. 54; intanto vedi Preller-Jordan, Röm. Mythol., II, 147 e seg.; Preller-Plew, Griech. Mythol., II, p. 148 e seg., e Rapp, nel Roscher Mythol. Lexikon, Hephaistos). Dal punto di vista materiale Vulcano è il Dio per eccellenza delle officine minerarie, meccaniche, monetali; come dio degli armamenti guerreschi prende l’epiteto di Militaris, come dio della monetazione quello di Quietus. Vulcano, dio specifico dell’officina monetale, credo debbasi riconoscere nelle monete di Populonia (Garrucci, tav. LXXIV, 5-7).