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zecchino di papa paolo ii battuto un spoleto 361

«non abbiate ardire di fargli alcun impedimento, o di proibirgli che a norma dei capitoli stabiliti possa coniare monete; e se credete di avere alcun diritto in proposito, inviatene a Noi un Oratore, onde di tal diritto ci dia informazione, e nulladimeno intanto cessate da qualunque impedimento e proibizione, sotto la pena predetta».

«Dato da Tivoli, sotto l’anello del pescatore, 1 Ottobre 1461, Anno IV del nostro pontificato».


L’Emiliano da Foligno, a favore del quale il Sommo Pontefice faceva spedire questo Breve, era il celebre Emiliano Orfini orefice, incisore, zecchiere e per giunta anche tipografo, avendo dato all’Italia probabilmente la prima edizione della Divina Commedia dell’Alighieri nel 1472.

Ma la sua maggior gloria fu certamente l’arte d’incidere conii, e se ne hanno dei bellissimi per il ducato di oro e per il grosso di argento, lavorati in occasione della crociata bandita dal Sommo Pontefice Pio II, Piccolomini; ed il magnifico piombo per le bolle di Paolo II, in cui Emiliano, allontanandosi dalla tradizione fino allora seguita, e di poi scrupolosamente mantenuta, volle rappresentare il Papa in trono vestito di piviale ed assistito dai Cardinali innanzi a molti devoti genuflessi. Donde si potrebbe argomentare il genio di questo artefice che animato dal soffio potente del rinascimento, tentava sollevare per una via nuova l’arte leggiadra della moneta, preludiando cosi alle rappresentazioni storiche che più tardi vi effigiò Benvenuto Cellini.

Dalla cognizione pertanto di detto Breve, veniamo a sapere che questo Emiliano o Miliano era infastidito in Spoleto, tanto che ne dovette portare reclami e doglianze al Pontefice Pio II, e con tutta probabilità possiamo inferire che non coniò più mo-